Pensioni, scuola: a settembre 42 mila a casa

Quasi concluse le verifiche dell’Inps sul pensionamento del personale della scuola. 42 mila uscite saranno rimpiazzate da assunzioni rapide.
4 anni fa
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Pensione anticipata e di vecchiaia per 42 mila dipendenti della scuola. Col 1 settembre il comparto si svuoterà di 32 mila docenti e circa 10 mila fra personale ATA, dirigenti e insegnanti di religione. Un vero e proprio esercito.

L’Inps ha infatti quasi concluso l’iter di verifica delle domande di pensione presentate lo scorso mese di febbraio. A breve sarà certificato il diritto che permetterà al personale di lasciare il comparto scuola il 1 settembre 2021.

42 mila dipendenti scuola in pensione a settembre

A rendere note le cifre è l’Inps il quale spiega che si sta concludendo nei tempi programmati l’operazione di certificazione del diritto alla pensione per il personale del comparto scuola, svolta in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

I posti vacanti saranno ricoperti da nuovo personale docente e ATA, così come previsto al decreto Sostegni bis appena approvato. Tutto è già pronto per realizzare in tempi utili le operazioni di mobilità e di immissione in ruolo del personale prima dell’avvio del nuovo anno scolastico.

L’Inps consentirà agli aventi diritto l’erogazione del trattamento pensionistico con decorrenza 1 settembre 2021, senza soluzione di discontinuità rispetto all’ultimo stipendio.

Grande ondata di pensioni anticipate

Secondo le prima risultanze, la maggior parte delle pensioni nella scuola sarà erogata in anticipo. Questo è l’ultimo anno di quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) e molti ne hanno approfittato per ritirarsi dal lavoro.

L’incertezza di quello che succederà dopo la fine di quota 100 è tanta e molti dipendenti della scuola non se la sono sentita di attendere oltre per sapere cosa succederà. Così, meglio prendere il certo piuttosto sto che aspettare l’incerto.

Molte sono state anche le domande per opzione donna. La pensione anticipata riservata alle lavoratrici della scuola prevede l’uscita a 57 anni di età con 35 anni di contributi almeno, ma è particolarmente penalizzante. Il calcolo prevede, in molti casi, un taglio dell’assegno della pensione che può arrivare anche a un terzo di quanto previsto con i requisiti di vecchiaia.

In arrivo 70 mila nuove assunzioni

Ma a fronte delle 42 mila uscite nella scuola sono previste 70 mila entrate. Il decreto Sostegni bis ha dato il via alle procedure di immissione in ruolo in tempi brevi di personale precario e vincitore di concorso. Quindi, appena il campo sarà sgombro, non ci saranno cattedre vuote o problemi da risolvere con l’avvio del nuovo anno scolastico. Ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi:

la sinergia che stiamo portando avanti tra il Ministero dell’Istruzione e l’Inps è importante e strategica per garantire una efficace programmazione delle operazioni di avvio del prossimo anno scolastico.

È un risultato che dobbiamo garantire, ora, anno per anno, anche per poter assicurare continuità e stabilità nei processi di avvio delle lezioni e nella programmazione delle assunzioni di nuovi insegnanti alla luce dei pensionamenti“.

Dichiarazioni alle quali fanno eco le parole del presidente dell’Inps Pasquale Tridico che parla di

un risultato così soddisfacente che garantisce non solo maggiore serenità al personale scolastico che si avvia alla pensione ma, soprattutto, permette una migliore programmazione delle attività formative, ora più che mai fondamentali per l’attuazione di uno dei pilastri del Pnrr e la ripresa del Paese“.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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