Ultim’ora: G7 verso l’approvazione della “tassa minima globale”. Chi la paga?

La “tassa minima globale” è necessaria per porre fine all’annoso problema della guerra delle “aliquote al ribasso” e del fenomeno del dumping fiscale.
3 anni fa
1 minuto di lettura
Tassa Minima Globale

I ministri delle Finanze del G7 dovrebbero approvare l’ambiziosa “tassa minima globale” sulle società già nel summit di questo fine settimana in Gran Bretagna. Lo ha riferito nella tarda serata di ieri un funzionario del Tesoro statunitense.

La proposta, avanzata per la prima volta dagli Stati Uniti, si affianca al progetto europeo della cosiddetta “web tax”. Essa permetterebbe di evitare, o quantomeno di ridurre, gli effetti del cosiddetto “dumping fiscale”. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Dumping fiscale, ecco perché è necessaria una tassa minima globale

Con il termine dumping fiscale, sostanzialmente, si indica quel fenomeno tramite il quale uno o più nazioni garantiscono alle aziende una pressione fiscale più vantaggiosa rispetto a quella adottata nel paese di origine dell’impresa.

Tale pratica, ovviamente del tutto legale, viene adottata soprattutto dalle grandi aziende che riescono a generare volumi d’affari in tutto il mondo.

In Europa, i Paesi più appetibili da questo punto di vista sono: Belgio, Cipro, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda e Ungheria.

Al contrario, nazioni come Germania, Francia e Italia sono le più penalizzate da questo fenomeno. Si stima, infatti, che a quest’ultime vengono sottratte in termini di tasse eluse, rispettivamente, 19, 17 e 6,5 miliardi di euro ogni anno.

Da qui la necessità di una tassa minima globale per cercare di porre fine all’annoso problema della guerra delle “aliquote al ribasso”.

Tassazione e redistribuzione dei profitti, la proposta europea

Il Tesoro Usa ha proposto a maggio un’imposta societaria minima globale di almeno il 21%, poi scesa al 15%.

Parallelamente, anche l’Unione Europea, soltanto qualche giorno fa, ha pubblicato la sua ricetta per superare il problema del dumping fiscale.

Si tratta di proposte non ancora dettagliate, ma che contengono alcuni passaggi che saranno sicuramente molto controversi.

Secondo quanto reso noto dall’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, l’Unione Europea si starebbe muovendo verso l’introduzione di una “base imponibile europea”.

In questo modo, il gettito totale nell’Unione Europea, derivante da questa base imponibile, verrebbe poi suddiviso tra i paesi membri in base al fatturato in essi generato.

Ad ogni modo, come già detto in apertura, i ministri delle Finanze del G7 dovrebbero approvare la tassa minima globale sulle società già nel summit di questo fine settimana in Gran Bretagna. Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi di questa vicenda.

 

Articoli correlati

sul tema ECONOMIA

Unicredit: ertificato recovery top bonus per investire su Nvidia
Articolo precedente

Fixed cash collect su paniere tecnologico: 9,6% annuo garantito

Associazioni culturali: 2 per mille nella dichiarazione dei redditi
Articolo seguente

Associazioni culturali nella dichiarazione dei redditi con il 2 per mille