L’intervista al direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini pubblicata dal Corriere della Sera fa riflettere. Tutto ruota attorno ad un’unica domanda: perché l’Agenzia delle Entrate non può combattere l’evasione fiscale?
Nel nostro Paese, ogni anno, il peso dell’evasione fiscale è enorme: 100 miliardi. La digitalizzazione supporta il Fisco nell’intercettazione dell’evasione ma non è sufficiente. Perché? Cosa ostacola l’Agenzia delle Entrate?
Se, da una parte, è necessario riscuotere le tasse per fruire dei servizi di assistenza ed essenziali, dall’altra, il diritto alla privacy digitale del cittadino non si discute.
La situazione, secondo Ruffini, è in via di miglioramento ma la lotta è impari: 5 milioni di partite IVA contro 32.000 impiegati del Fisco. Se il diritto alla privacy è intoccabile cosa inventarsi per tentare di sanare la situazione? Ruffini parla di cultura e consapevolezza del cittadino. Utopia?
L’Agenzia delle Entrate non può combattere l’evasione fiscale solo per questioni di privacy?
La digitalizzazione sta dando i suoi frutti ed è la strada giusta da percorrere.
Sta di fatto, però, che “stiamo scalfendo, non demolendo” l’evasione fiscale – ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. Le cifre restano elevate: si è passati dagli 88 miliardi di tax gap del 2011 ai 79 miliardi nel 2018.
In teoria, la digitalizzazione dovrebbe garantire un controllo maggiore delle informazioni ma il diritto alla privacy è dalla parte dei cittadini, evasori inclusi. Ruffini definisce ‘giusto’ il diritto alla privacy ma se per combattere l’evasione fiscale non si possono utilizzare le informazioni “la lotta all’evasione avrà sempre le armi spuntate“.
La questione della privacy non è l’unico problema in merito alla mancata riscossione delle tasse. Il nodo da sciogliere è la ‘giungla’ di leggi che regola il Fisco. Troppe norme che complicano tutto. Una giungla di leggi confuse e talvolta incomprensibili.
Ruffini ammette che nessuno può affermare di conoscere interamente il sistema tributario proprio per la sua complessità.
Urge Riforma fiscale per semplificare le procedure: troppe norme
Troppe norme, confondono e complicano le procedure. C’è bisogno di una Riforma fiscale condivisa, a cui tutti possano contribuire, secondo il parere di Ruffini.
L’ultima Riforma fiscale degna di nota risale agli anni ’70: è stata ideata da Cesare Cosciani. Nell’arco di 50 anni, quella che dovrebbe essere la semplicità delle procedure è stata sommersa e ingolfata da troppe leggi.
Il sistema complesso delle tasse, tutte queste norme confondono e complicano la vita sia al Fisco sia ai cittadini.
La Riforma fiscale dovrebbe prevedere una semplificazione delle procedure ed un sistema di rintracciamento degli evasori, non il taglio della spesa pubblica.
Ruffini fa la sua proposta: dividere le tasse in pagamenti mensili, in piccole somme per agevolare i cittadini. Il prelievo mensile è una questione che trova d’accordo Luigi Marattin e Alberto Gusmeroli, che hanno preso parte all’indagine conoscitiva della Commissione Finanze alla Camera.