Sconto in fattura: resta qualcosa da pagare per i proprietari di casa?

Lo sconto parziale in fattura richiede di pagare la restante parte della spesa con il bonifico parlante. Vediamo il perché
3 anni fa
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Sconto in fattura: resta qualcosa da pagare per i proprietari di casa?

In caso di sconto in fattura parziale per i bonus casa, il contribuente deve, comunque, pagare la restante parte della spesa con bonifico parlante se intende su di essa godere del relativo sgravio fiscale.

Bonus casa: sconto in fattura e cessione del credito

Per comprendere il senso della predetta affermazione ricordiamo che il bonus 110% e per le spese 2020 e 2021, con riferimento agli altri bonus casa (bonus ristrutturazione, bonus facciate, ecc.) è possibile optare, in luogo della detrazione fiscale, per:

  • per lo sconto in fattura da parte della stessa impresa che esegue i lavori, la quale poi recupera l’importo nella forma del credito d’imposta da poter utilizzare in compensazione o da poter cedere a terzi (inclusi istituti di credito e finanziari)
  • oppure per la cessione del credito a terzi, inclusa l’impresa che esegue i lavori ed inclusi istituti di credito e finanziari. Il cessionario (ossia chi riceve il credito) può utilizzarlo in compensazione oppure cederlo ulteriormente.

Sconto parziale in fattura: come pagare l’importo residuo

Una delle condizioni fondamentali per godere dei bonus in commento è che il pagamento sia fatto con bonifico parlante (tranne il caso in cui si è optato per lo sconto in fattura e l’impresa lo accorda per l’intero importo della spesa. Infatti, in tal caso il pagamento non ha per nulla luogo).

Ad ogni modo lo sconto in fattura potrebbe essere accordato solo parzialmente, ossia solo su una parte della spesa.

Esempio

In ambito bonus 110%. Fattura di importo pari a 10.000 euro. L’impresa accorda lo sconto solo su 7.000 euro. Quest’ultima matura un credito d’imposta pari a 7.700 euro (il 110% di 7.000 euro). Per i restanti 3.000 della fattura, il contribuente può godere (sulla somma di 3.300 euro, ossia il 110% di 3.000 euro) della detrazione fiscale (in 5 quote annuali di pari importo) oppure optare per la cessione del credito.

Nel caso dell’esempio i 3.000 euro non soggetti allo sconto in fattura dovranno essere versati all’impresa tramite bonifico parlante, ossia quello da cui risultano:

  • la causale del versamento
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale è effettuato il bonifico (ditta o professionista che ha effettuato i lavori).

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Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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