Con l’intento di contrastare la desertificazione dei centri urbani, dovuta anche alla chiusura di alcune attività per via delle conseguenze economiche negative derivanti dall’emergenza Covid-19, si pensa di estendere il regime della cedolare secca anche alla locazione di immobili adibiti a laboratori per arti e mestieri.
La proposta è contenuta nel disegno di legge n. N. 2117/2021.
Cos’è la cedolare secca
La “cedolare secca” è un regime facoltativo, che si sostanzia nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali regionale e comunale.
Trattasi di un regime di tassazione facoltativo, quindi, a tal fine occorre esercitare specifica opzione (in sede di registrazione del contratto o anche alla scadenza di ciascuna annualità del contratto o di proroga).
Le attuali aliquote della cedolare secca
Laddove si scegli il regime della cedolare secca, sul canone di locazione percepito non si paga l’IRPEF e le relative addizionali, ma un’imposta sostitutiva. Quest’ultima è calcolata applicando, al 100% del canone, un’aliquota del 21%.
Quest’aliquota scende al 10% per i contratti di locazione a canone concordato relativi ad abitazioni ubicate:
- nei comuni con carenze di disponibilità abitative (articolo 1, comma 1, lettere a) e b) del decreto legge 551/1988). Si tratta, in pratica, dei comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia e dei comuni confinanti con gli stessi nonché degli altri comuni capoluogo di provincia
- nei comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica).
Cedolare secca anche per i locali di artigianato: ecco la proposta di legge
Ad oggi, il regime della cedolare secca è ammesso solo per i contratti di locazione aventi ad oggetto immobili abitativi.
La proposta ora è quella di prevedere la cedolare secca anche per i contratti stipulati a decorrere dall’anno successivo a quello di entrata in vigore della legge che lo prevedrà, per un periodo non superiore a cinque anni, che abbiano ad oggetto
unità immobiliari classificate nella categoria catastale C/3, quali locali destinati all’esercizio dell’impresa artigiana nella sua espressione territoriale, artistica e tradizionale.
Come requisiti è richiesto che deve trattarsi di locali di superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze. L’opzione sarà ammessa anche per le relative pertinenze locate congiuntamente al locale C3.
L’aliquota di cedolare che si propone di applicare è quella ridotta al 10%.
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