Il “Freedom Day” a Londra è stato celebrato solamente all’inizio di questa settimana. La fine delle restrizioni anti-Covid avrebbe dovuto spianare la strada al ritorno della normalità nel Regno Unito, ma il clima che si respira sull’isola è del tutto diverso. E non parliamo di una nazione affranta per la sconfitta in finale contro l’Italia agli europei di calcio. E’ il rischio di nuove chiusure ad aleggiare paradossalmente negli stessi giorni in cui si è riaperto tutto.
Sappiamo da settimane che, complici gli assembramenti per le partite di calcio di Euro 2020 disputate allo Stadio Wembley, il numero dei contagi sia riesploso, salendo in direzione 50.000 casi al giorno.
Nuove chiusure rischio davvero concreto
Situazione del tutto analoga per i ricoveri, più che raddoppiati dai 1.600 di fine giugno agli oltre 3.600 di questi giorni. E in terapia intensiva i pazienti sono quadruplicati da fine maggio e raddoppiati nelle ultime tre settimane, salendo sopra 510. Questi numeri non riguardano solamente il Regno Unito. Londra è stata avanti nelle vaccinazioni contro il Covid, impostando la sua strategia sul siero anglo-svedese AstraZeneca e su una campagna di somministrazione a tappeto delle prime dosi. Il crollo di contagi, morti e ricoveri era stato visto nel resto d’Europa coma la conferma che la vaccinazione di massa avrebbe impedito nuove chiusure.
Adesso, sappiamo che potrebbe non essere così. I contagi stanno risalendo ovunque, spesso in misura drastica, al primo allentamento delle restrizioni. Uno scenario temuto per fine estate e che, invece, si è materializzato già a inizio luglio, costringendo diversi governi a reintrodurre alcune restrizioni.