Tra gli strumenti messi in campo per la ricollocazione nel mondo del lavoro si inserisce il bonus 5 mila euro ossia l’ADR (Assegno di ricollocazione).
Si tratta di una misura coordinata dall’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) e che si concretizza un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza personalizzata per la ricerca di occupazione (centri per l’impiego o enti accreditati ai servizi per il lavoro).
Bonus 5 mila euro: come funzione
La persona che intende beneficiare del bonus 5 mila euro, sceglie l’ente da cui farsi aiutare, consultando l’albo nazionale dei soggetti accreditati (si tratta dei centri per l’impiego o enti accreditati ai servizi per il lavoro).
Alla persona in cerca di ricollocazione è assegnato un tutor il cui compito è quello di sostenerla nella ricerca del nuovo lavoro e promuoverne il profilo professionale presso i potenziali datori di lavoro (aziende).
Laddove la persona dovesse essere assunta, l’importo dell’ADR è riconosciuto all’ente stesso.
Assegno di ricollocazione, bonus 5 mila euro: come richiederlo
Come appena detto se il soggetto seguito è assunto da qualche azienda, l’ente riceverà il contributo ADR, il cui importo dipenderà dalla tipologia di contratto stipulato tra l’azienda stessa e la persona ricollocata. In dettaglio l’importo del bonus è da:
- 1.000 euro a 5.000 euro, se trattasi di contratto a tempo indeterminato (incluso l’apprendistato)
- 500 euro a 2.500 euro, in caso di contratto a termine di 6 mesi e oltre
- 250 euro a 1.250 euro, se trattasi di contratto da 3 a 6 mesi (3 mesi per Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia).
Il bonus 5.000 euro (ADR) deve esser richiesto telematicamente attraverso il sito internet di ANPAL o presso i centri per l’impego o entri di patronato convenzionati. Inoltre attraverso tali canali occorre inviare anche la DID (Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro).
il bonus è previsto anche per i lavoratori in Cassa integrazione straordinaria (Cigs) purché i loro profili e ambiti siano previsti dall’Accordo di ricollocazione sottoscritto dalla loro azienda e dalle organizzazioni sindacali.
Ammessi al beneficio sono anche i percettori del Reddito di cittadinanza chiamato a sottoscrivere un patto per il lavoro.
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