Il governo dello Sri Lanka onorerà la scadenza di 1 miliardo di dollari di domani. Già entro oggi, ha trasferito i fondi da trasferire agli obbligazionisti ed eviterà così il rischio default. Parliamo del bond con cedola 6,25% (ISIN: USY2029SAG94). C’erano stati parecchi dubbi circa la capacità di Colombo di fronteggiare tale debito. E i prezzi ne hanno risentito. Ancora in queste ore, il titolo viaggia sotto la pari, in area 99,81 centesimi. Il rendimento è sceso, comunque, dal 628% della settimana scorsa all’attuale circa 500%.
Ma la situazione fiscale nel paese asiatico resta molto critica. Il debito sovrano è considerato ad altissimo rischio default, come segnalano i giudizi impietosi delle agenzie di rating: CCC+ per S&P, Caa1 per Moody’s e CCC per Fitch. L’anno scorso, in piena pandemia, lo Sri Lanka ha cessato in anticipo un finanziamento da 1,5 miliardi con il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Ha dovuto fare ricorso alle operazioni “swap” con la Cina, così come anche con l’India e il Bangladesh.
E per evitare il rischio default, sta attingendo alle riserve valutarie, già di loro molto basse. Ammontano a 4 miliardi, sufficienti per appena 3 mesi di importazioni. Il problema è che nel 2022 arrivano a scadenza altre obbligazioni per 500 milioni e un debito da 1 miliardo. Per il momento, la banca centrale di mostra ottimista, perché un terzo del bond in scadenza domani è detenuto dalle banche domestiche e grazie alle operazioni di “swap”, 200 milioni torneranno subito indietro.
Prima della pandemia, il suddetto bond quotava sopra la pari. All’inizio di quest’anno, invece, risultava sceso a 87 centesimi. Questo significa che la paura per il rischio default ha generato un guadagno del 15% a quanti avessero acquistato il titolo meno di 7 mesi fa e domani si presenteranno a riscuotere il capitale. Per un investitore dell’Eurozona ci sarebbe da aggiungere anche il 3,5% di realizzi sul fronte valutario, grazie all’apprezzamento del dollaro contro l’euro.
E tra un anno esatto scade il bond con cedola 5,875%, che oggi quota a 82,47 centesimi. Offre, pertanto, un rendimento lordo del 28,4%. Un’enormità, pur a fronte di un rischio default che nei prossimi mesi resterà altissimo, salvo eventuali interventi di sostegno da parte dell’FMI o rinegoziazione dei debiti con i creditori.