Dopo il dato PIL USA deludente, i governi aumenteranno il ‘terrorismo’ sulla variante Delta

I rischi sanitari derivanti dalla pandemia saranno volutamente esagerati dalle autorità nazionali per procrastinare questo stato di fatto sull'economia.
3 anni fa
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Variante Delta, governi preoccupati per l'economia

Il PIL USA è cresciuto del 6,5% nel secondo trimestre, molto meno delle attese degli analisti che si aspettavano un dato a +8,4%. Resta il fatto che l’economia americana sia tornata ai livelli pre-Covid, quando l’Eurozona verosimilmente centrerà tale obiettivo tra più di un anno. A preoccupare, tuttavia, governo di Washington e Federal Reserve è il possibile impatto della variante Delta. A poche settimane dalle riaperture, tutti i paesi stanno confrontandosi con una vistosa recrudescenza della pandemia. Il boom dei contagi in piena estate non era stato messo in conto.

E’ vero che sinora il numero dei ricoveri, specie in terapia intensiva, e dei morti sia rimasto uguale o continui a scendere, ma il timore dei più è che nei prossimi mesi, a meno che le vaccinazioni non procedano spedite, il mancato raggiungimento dell’immunità di gregge possa riportarci a una condizione non dissimile da quella dell’autunno scorso. La variante Delta, a detta del consulente per la pandemia negli USA, Anthony Fauci, rende gli stessi vaccinati contagiosi quanto i non vaccinati, sebbene si tratterebbe di “evento raro” e i casi gravi siano quasi azzerati tra i primi.

Operazione mediatica sulla variante Delta

Ma un po’ di “sano” terrorismo mediatico non guasterà i piani di governi e banche centrali. Anzi, è proprio quello che vanno cercando, specie adesso che il dato sul PIL USA offre loro spunti concreti di preoccupazione. Finché c’è il Covid, non si tornerà come prima. Gli stati potranno continuare a fare debiti su debiti per assistere la parte più bisognosa della popolazione e i governatori centrali terranno i tassi d’interesse bassi, al contempo continuando a comprare titoli di stato come se non vi fosse un domani. La graduale normalizzazione fiscale e monetaria di cui si parla già da mesi è solo fuffa mediatica. Tutti hanno chiaro che le economie occidentali sono diventate ormai dipendenti dagli stimoli.

In verità, già prima del Covid, tant’è che i tassi sono azzerati nell’Eurozona ormai da diversi anni e senza che la BCE riesca anche solo ad affrontare seriamente il nodo rialzo.

La variante Delta è lo spauracchio necessario e al momento giusto per calciare il barattolo, procrastinando una situazione eccezionale. Finché c’è il Covid, c’è speranza. Nessuno oserà puntare il dito ai governi con bilanci del tutto fuori controllo e nessuno si alzerà dalla sedia per invocare una stretta monetaria. E questo va bene a tutti, anche a coloro che in questi mesi fingono di voler avviare una graduale normalizzazione delle politiche fiscali e monetarie, come Germania e Olanda. Se il dibattito si aprisse oggi, l’Area Euro sprofonderebbe nella crisi di fiducia dei mercati. Tornerebbe lo spread, si accentuerebbero le tensioni tra stati e l’obiettivo, anziché avvicinarsi, sarebbe allontanato ulteriormente. Ergo, vai con un po’ di terrorismo sulla pandemia anche quando non serve. Lo stato d’eccezione tiene a galla i bilanci pubblici e anche di molte famiglie e imprese.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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