Si può già andare in pensione a 64 anni senza raggiungere quota 100 con i contributi?

Chi non avesse maturato i contributi necessari per quota 100 potrebbe comunque lasciare il lavoro a 64 anni. Ci sono due opzioni da valutare.
3 anni fa
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Chi non avesse maturato i requisiti quest’anno per quota 100 potrebbe comunque accedere alla pensione. Ci sono infatti casi, così detti al limite, che potrebbero rientrare in forme di pensionamento anticipato comunque.

E’ il caso tipico di chi non ha entrambi i requisiti, anagrafici e contributivi, per accedere a quota 100 (almeno 62 anni di età e 38 di contributi). Ad esempio, chi avesse compiuto 64 anni, ma non raggiunge entro il 31 dicembre 2021 il limite dei 38 anni di versamenti, potrebbe comunque accedere alla pensione.

Vediamo quando.

In pensione a 64 anni con Ape Sociale

Il caso limite è rappresentato da chi ha svolto nella carriera lavorativa mansioni gravose o usuranti per le quali la legge riconosce l’accesso all’Ape Sociale.

Come noto, non si tratta di una pensione a tutti gli effetti, ma di una specie di scivolo pensionistico. E’ un sussidio economico, calcolato dall’Inps sulla base dei contributi versati dal lavoratore, che viene erogato fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Requisito necessario è quello di aver compiuto 63 anni di età, aver maturato almeno 30 anni di contributi e trovarsi in una condizione sociale di svantaggio. Vale a dire, in stato di disoccupazione, essere riconosciuto invalido, assistere il coniuge o i familiari portatori di handicap.

Occorre invece possedere almeno 36 anni di contributi, indipendentemente dai casi sopra elencati, se si sono svolte attività gravose negli ultimi sei anni prima della domanda di pensione.

L’alternativa per i contributivi puri

L’altra opzione di pensionamento a 64 anni è riservata a chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi. La riforma Dini ha infatti introdotto la possibilità di lasciare il lavoro prima del raggiungimento del requisito di vecchiaia. Non è nemmeno richiesto il requisito dei 30 o 36 anni di contributi versati, bastandone appena 20.

Ma l’opzione è riservata ai lavoratori il cui accredito contributivo sia interamente successivo al 31 dicembre 1995.

Bisogna, poi, aver maturato un assegno di pensione pari almeno a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale.

Cifra che per il 2021 ammonta a 1.288 euro mensili essendo il valore dell’assegno sociale pari a 460 euro.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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