Pensioni di reversibilità: attenzione agli indebiti pensionistici

In caso di accettazione di eredità, anche la pensione su cui gravano indebiti è soggetta a trattenute da parte dell’ente pensionistico.
3 anni fa
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La reversibilità deve essere una pensione vantaggiosa: ecco cosa cambia con questa storica sentenza
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La pensione di reversibilità o pensione ai supersiti è soggetta alle ordinarie procedure successorie dei beni del de cuius. Debiti e crediti devono essere accettati dagli eredi in toto per poter beneficiare della pensione.

Così, tutte le spettanze dovute o i debiti che gravano sul pensionato deceduto si trasferiscono automaticamente al nuovo beneficiario (coniuge, figli, familiari). Per evitare che i debiti siano ereditati, è necessario rinunciare all’eredità e quindi anche alla pensione si superstiti.

Pensione di reversibilità e indebiti

Capita a volte che il coniuge che ha diritto alla pensione di reversibilità si veda trattenere periodicamente delle somme sull’assegno.

Questo perché l’istituto pensionistico continua ad agire sulla pensione per il recupero a rate degli indebiti già corrisposti.

Ciò, a maggior ragione, se la restituzione riguarda somme indebitamente percepite in presenza di comportamento doloso da parte del pensionato. Come più volte ribadito dalla giurisprudenza in diverse sentenze emesse dalla Corte di Cassazione, di cui la più recente di quest’anno (numero 17997).

Pertanto la ripetizione degli indebiti pensionistici nei confronti dell’erede è legittima anche se questi non ne è a conoscenza. Ma lo venga a sapere solo al momento dell’attribuzione dell’asegno di reversibilità

Cosa dice la giurisprudenza

Secondo i giudici della Corte di Cassazione, è ha confermata la legittimità dell’operato degli enti previdenziali che recuperano gli indebiti sulle pensioni di reversibilità.

“La ripetibilità dell’indebito nei confronti degli eredi del pensionato non è altra cosa dal dolo che tale ripetibilità consente anche nei confronti del pensionato medesimo”.

Sempre secondo i supremi giudici, in tali casi trova applicazione il principio generale di settore secondo cui è equiparata al dolo l’inosservanza di obblighi di comunicazione prescritti da specifiche norme di legge di fatti e circostanze incidenti sul diritto o sulla misura della pensione che non siano conosciuti dall’ente competente.

In altre parole il dolo omissivo del dante causa non esclude la ripetibilità dell’indebito nei confronti degli eredi, i quali, quindi, sono tenuti a risponderne in solido all’ente previdenziale.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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