Crollo demografico: il finto welfare italiano, ritratto di un Paese in decadenza

In Italia le culle sono vuote, ma non è colpa della pandemia. Il welfare per i giovani non esiste e le conseguenze si toccano con mano.
3 anni fa
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Se un Paese è in declino lo si capisce da una cosa in particolare: il calo delle nascite. Vero che il Covid ha dato una mazzata all’indice di natalità in Italia, ma il problema era allarmante già da prima.

Il punto non riguarda solo l’Italia, ben inteso, ma in particolare il nostro Paese. Le culle sono vuote e nel 2020 si sono registrate 16.000 nascite in meno rispetto al 2019 con una punta a dicembre di -3.500 nati.

Welfare inefficiente, Paese in declino

Come rivela uno studio demografico condotto dall’Università Bocconi di Milano, c’è stata una riduzione della natalità del 9,1% in un solo anno.

Un picco, se vogliamo, perché la tendenza era negativa già dagli inizi del nuovo secolo.

Tutta colpa del covid? Nossignori, la pandemia c’entra poco perché ad essere maggiormente coinvolti sono i Paesi ricchi, non quelli poveri che, peraltro, hanno accusato maggiormente l’arrivo della pandemia.

Il problema – secondo i demografi – sta a monte, nelle politiche sociali. Analizzando i dati di 22 Paesi ad economia avanzata è saltato fuori che, laddove c’è meno lavoro e più disoccupazione fra i giovani, si fanno meno figli. Non è una novità, ma il perdurare dello stato di criticità occupazionale in Italia con una disoccupazione giovanile intorno al 32% rende bene l’idea del problema.

Questo dato da solo ci dice che il welfare in Italia non esiste per i giovani in cerca di occupazione (molti fuggono all’estero). Si difendono i posti di lavoro per chi ce l’ha, ma non si aiuta a trovare lavoro. Tant’è che in altri Paesi ricchi, dove il sistema di reclutamento di manodopera funziona meglio, il calo delle nascite è minore.

La campagna dei bonus

In atre parole, dove i giovani si sono sentiti protetti dallo Stato (sociale) hanno avuto anche possibilità di metter su famiglia e fare figli.

Cosa che in Italia non succede. Inutile quindi raccontare che il welfare italiano è fra i migliori al mondo. Perché non è così.

Si difendono posizioni consolidate (pensioni, posti di lavoro, aiuti alle famiglie), ma si spende troppo poco per incentivare l’occupazione giovanile. Quando si dice che l’Italia è un Paese per vecchi, non si sbaglia.

E che dire della campagna epocale dei bonus messi in piedi dal governo Conte? Una scellerata campagna di sostegno alle aziende e alle banche coi bilanci in rosso. Pochissimi vantaggi per le famiglie e per i giovani che cercano occupazione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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