Pensioni 2022: ecco quello che sicuramente NON succederà dopo Quota 100!

Cosa aspettarsi per il dopo quota 100. Tramontano le speranze per una riforma delle pensioni anticipate, ma ci sono altre novità interessanti.
3 anni fa
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Chi si trova con 40 anni di contributi può andare in pensione?
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Dopo quota 100 cosa succederà? Sono in molti a chiederselo visto che la riforma sperimentale durata tre anni ha dato la possibilità a molti lavoratori di andare in pensione a 62 anni di età con 38 di contributi.

Si è discusso di tante alternative, tutte valide e promettenti, come quella di quota 41 anni (indipendentemente dall’età). O di quota 102 per il dopo quota 100, innalzando di un anno l’età e i contributi.

Cosa non succederà dopo quota 100

Nulla di tutto ciò sarà, però, attuato.

Il governo lo ha già fatto sapere più o meno indirettamente. Dopo quota 100, non ci sarà una nuova radicale riforma delle pensioni. Il Paese è super indebitato e spazi di manovra per mandare in pensione prima i lavoratori a debito non ce ne sono più.

Il nodo pensioni non sarà quindi affrontato in manovra di bilancio facendo altro debito. Non ci sarà quindi una nuova riforma delle pensioni anticipate per il dopo quota 100. Ma si cercherà in tutti i modi di evitare il salto (scalone) di cinque anni con le regole della Fornero.

Non aspettiamoci quindi proposte roboanti di riforma delle pensioni. Lasciare il lavoro in anticipo, si potrà, ma solo rinunciando a qualcosa o a determinate condizioni di disagio sociale.

Le tre strade percorribili

Le alternative percorribili per dopo quota 100 sono al momento tre e tutte già esistenti. Solo dovranno essere potenziate per allargare la platea dei beneficiari.

La prima di queste è opzione donna che consente il pensionamento anticipato a 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) con 35 di contributi. La misura dovrebbe essere riproposta anche per il 2022 e forse diventare definitiva.

La seconda riguarda l’allargamento di Ape Sociale. Lo scivolo pensionistico riservato a coloro che hanno compiuto 63 anni di età e versano in determinate situazioni di disagio sociale potrebbe essere allargato.

L’intenzione del governo è quella di favorire la pensione anticipata a più lavoratori che svolgono mansioni gravose allargando la platea dei beneficiari.

La terza via riguarda il pensionamento per tutti a 64 anni di età, ma solo se si decide di optare per una pensione calcolata interamente col sistema contributivo anziché misto. Lo schema ricalca quello di opzione donna, ma potrebbe essere meno penalizzante occorrendo anche solo 20 anni di contributi versati per andare in pensione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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