Netto in busta paga: come e quanto incide il bonus Renzi sullo stipendio

Netto in busta paga: come e quanto incide il bonus Renzi sullo stipendio del lavoratore? Ecco quando arriva a ben 1.200 euro annui, e quando invece si resta a bocca asciutta. In quanto si azzera!
3 anni fa
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bonus 100 euro in busta paga
Foto © Pixabay

Per il netto in busta paga: come e quanto incide il bonus Renzi sullo stipendio dei lavoratori? Perché il cosiddetto bonus Renzi, nel rispetto delle condizioni di accesso previste, può rendere più corposo lo stipendio. Per la precisione il bonus Renzi, pari inizialmente ad 80 euro al mese, è stato innalzato fino a 100 euro al mese attraverso il credito IRPEF.

Nel dettaglio, sul netto in busta paga, e su come e quanto incide il bonus Renzi, a fare la differenza è proprio il reddito del lavoratore.

In quanto il bonus è riconosciuto a scaglioni partendo da un massimo di 1.200 euro annui, appunto 100 euro al mese. Per poi decrescere fino ad azzerarsi per i redditi uguali o superiori alla soglia dei 40.000 euro.

Netto in busta paga: come e quanto incide il bonus Renzi sullo stipendio del lavoratore?

In particolare, sul netto in busta paga, il bonus Renzi 100 euro sullo stipendio spetta quando il reddito è compreso tra 8.174 euro e 28.000 euro. Al di sopra di tale soglia la maggiorazione in busta paga, invece, si trasforma in un credito IRPEF come segue.

Per i redditi da 28.001 euro a 35.000 euro il bonus varia da 1.200 euro a 960 euro. Quindi, per i redditi pari a 35.000 euro i 960 euro annui corrispondono a 80 euro al mese. Ovverosia, al vecchio bonus Renzi da 80 euro come netto in busta paga aggiuntivo. Per i redditi tra i 35.001 euro ed i 40.000 euro, il bonus da 960 euro tende a decrescere fino ad azzerarsi.

A chi spetta il bonus Renzi sullo stipendio?

Per il netto in busta paga, il bonus Renzi sullo stipendio è una misura riconosciuta al lavoratore in automatico. Quindi senza che sia necessario presentare domanda. La misura del bonus Renzi da 80 euro al mese, poi innalzato fino a 100 euro, rientra infatti tra i provvedimenti finalizzati al taglio del cosiddetto cuneo fiscale.

Con i beneficiari che non sono i lavoratori autonomi ed i liberi professionisti.

Ma lavoratori dipendenti, includendo pure coloro che percepiscono redditi che sono assimilati a quelli del lavoro dipendente.

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