Taglio bollette luce e gas, ecco le tre strade del governo Draghi per sgonfiare i rincari

Consiglio dei ministri convocato per trovare una soluzione contro i forti rincari attesi per le bollette di luce e gas. Grattacapo per Draghi
3 anni fa
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Caro bollette e fine avanzo commerciale

La stangata costerebbe quasi 1.300 euro a famiglia in un anno, stando ai calcoli elaborati da Assoutenti e Movimento Consumatori con riferimento ai rincari delle bollette di luce e gas. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, li prevede del 40%. Di questi, 500 euro impatterebbero direttamente una famiglia con due figli attraverso le forniture di energia elettrica e gas, mentre altri 768 euro deriverebbero dall’aumento dei prezzi di beni e servizi.

Una prospettiva che avanza in tutto il mondo, a causa di un mix di fattori che sta incidendo negativamente sui costi delle aziende fornitrici.

Per questo pomeriggio è stato convocato un Consiglio dei ministri, che all’ordine del giorno avrà proprio i rincari delle bollette di luce e gas. Il governo Draghi vuole evitare in ogni modo che questi finiscano per frenare la ripresa economica in corso, sottraendo alle famiglie potere di acquisto con cui rilanciare i consumi.

IVA e aste CO2 per ridurre le bollette di luce e gas

Le soluzioni che si prospettano non appaiono risolutive. La prima strada da percorrere con ogni probabilità sarà quella di un taglio dell’IVA. L’aliquota pesa oggi al 22% sulle imprese e al 10% sulle famiglie, anche se diverse imprese beneficiano dell’aliquota agevolata al 4%. Si tratterebbe di abbassare almeno quella sulle famiglie al 4%. Una riduzione che da sola non sarebbe, però, in grado di impedire che i rincari siano percepiti. Per questo, c’è chi come Forza Italia chiede che l’intera IVA sia azzerata. Il PD si batte, invece, per ridurre i cosiddetti oneri di sistema, tra cui spiccano i costi caricati dallo stato per dismettere le centrali nucleari. Sarebbe una seconda strada da battere, ma la soluzione sarebbe anch’essa “una tantum”.

E allora, una terza soluzione sarebbe di utilizzare tutti i proventi delle aste di CO2 per disattivare i rincari delle bollette di luce e gas.

Il governo lo ha già fatto per il secondo trimestre, stanziando allo scopo 1,2 miliardi. L’Unione Europea fissa limiti alle emissioni inquinanti per oltre 11.000 aziende dislocate sul suo territorio. Coloro che non riescono a contenerle entro tali quote assegnate, devono acquistare i permessi per inquinare da altre aziende con a disposizione ancora quote libere. Sul mercato, si crea un meccanismo di incontro tra domanda e offerta di CO2.

I proventi di queste aste sono girate ai governi. In questi mesi, si registra il boom dei prezzi. In un anno, siamo passati da 26 a 62 euro per tonnellata. Il governo italiano si attende di incassare 3 miliardi nei 12 mesi, esattamente la cifra che metterebbe a disposizione oggi per sventare i rincari. Che sia una coincidenza? Possibile. Ad ogni modo, ora si capisce di più la ragione per cui il premier Mario Draghi intende eliminare il canone RAI in bolletta. Trattasi di oneri impropri e, in una fase come questa, contribuisce ad accrescere l’importo delle bollette della luce, mandando su tutte le furie i consumatori.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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