Con la fine di quota 100 non tramonta la possibilità di andare in pensione a 62 anni. Almeno, per molti lavoratori del settore privato nel 2022 ci sarà ancora spazio per lasciare il lavoro in anticipo.
Parliamo in particolare degli scivoli pensionistici riservati ai lavoratori dipendenti di imprese e aziende. Nella fattispecie, l’isopensione, i contratti di espansione e l’assegno straordinario. Tutte misure che prevedono la possibilità di andare in pensione a 62 anni.
Isopensione
La legge di bilancio per il 2021 ha prorogato la durata dello scivolo fino al 2023.
Questo incentivo (isopensione) consente ai lavoratori di lasciare il lavoro in anticipo fino a 7 anni prima delle maturazione dei requisiti pensionistici ordinari. Cioè 67 anni di età con almeno 20 di contributi oppure 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne) indipendentemente dall’età.
L’isopensione consente, quindi, di uscire dal lavoro addirittura prima dei 62 anni previsti attualmente da quota 100. E anche con meno contributi versati, allo occorrenza.
In pensione a 62 anni coi contratti di espansione
L’altra formula utilizzata per lasciare il lavoro in anticipo è il contratto di espansione. Si tratta di un accordo stipulato fra grandi aziende, Ministero del Lavoro e organizzazioni sindacali che consente la fuoriuscita dei dipendenti con 5 anni di anticipo a patto che siano rispettate determinate condizioni.
L’azienda deve seguire un percorso di riorganizzazione industriale, assumere nuove figure professionali in sostituzione di quelle in uscita, stabilizzare i rapporti di lavoro. Nel rispetto di queste regole è concesso il prepensionamento a 62 anni con pagamento di una indennità pari alla futura pensione a carico del datore di lavoro fino al compimento dei 67 anni o al raggiungimento dei requisiti contributivi per la pensione anticipata.
L’assegno straordinario
Anche l’assegno straordinario è una prestazione economica a carico dei datori di lavoro. Il ricorso avviene a seguito di accordi stipulati con organizzazioni sindacali e datoriali a valere su specifici fondi creati ad hoc. Come il fondo per gli esuberi delle banche o assicurazioni, ma anche per i dipendenti delle Poste, delle Ferrovie, o del comparto farmaceutico.
Il ricorso a questa tipologia di prestazione consente ai lavoratori dipendenti di lasciare il lavoro 5 anni prima con una indennità commisurata a quella prevista per la pensione al raggiungimento dei requisiti.