Per la riforma delle pensioni dal 2022 e stop lavoro da 57 a 63 anni, ecco come e per chi. Anche senza la Quota 100 a partire dal prossimo anno. Questo, in particolare, grazie ad una misura di pensionamento anticipato che è già esistente. E che è l’Ape Social. E grazie, nell’ambito della previdenza integrativa, alla RITA. Che è la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.
Si tratta, nello specifico, di due misure che possono rappresentare una valida alternativa per il ritiro anticipato dal lavoro. Senza dover necessariamente rispettare i requisiti della Quota 100.
Riforma delle pensioni dal 2022 e stop lavoro da 57 a 63 anni, ecco come e per chi
Nel dettaglio, aspettando la riforma delle pensioni dal 2022, già da ora se in possesso dei requisiti è possibile ritirarsi dal lavoro grazie all’Ape Social. Ma a patto di rispettare il doppio requisito. Quello anagrafico e quello contributivo.
Ovverosia, 63 anni di età e 30 anni oppure 36 anni di contributi versati. Precisamente, 30 anni di contributi previdenziali versati per i caregiver, per gli invalidi e per i disoccupati. Mentre servono 36 anni di contributi INPS versati se si rientra tra i lavoratori che svolgono mansioni gravose.
La riforma delle pensioni dal 2022, tra l’altro, dovrebbe essere incentrata proprio sull’Ape Social. In particolare, allungando in maniera significativa per la misura la lista delle mansioni lavorative considerate gravose o usuranti.
Stop al lavoro da 57 anni possibile con la previdenza complementare, ecco come
Fino a 10 anni prima della maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia, con la RITA è inoltre possibile percepire una rendita integrativa di accompagnamento verso la pensione.