Pensioni 2022: come funzionerebbe Quota 63 che potrebbe prendere il posto di Quota 100

Tutti in pensione a 63 anni. Ecco come funzionerebbe quota 63 proposta dal Inps per la riforma pensioni 2022.
3 anni fa
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Per la riforma pensioni 2022 si fa strada l’opzione del pensionamento flessibile con uscita a 63 anni. Il progetto, già avanzato dal Inps la scorsa estate nell’ambito della riforma per sostituire quota 100, ha preso forma.

Lo ha presentato ufficialmente il presidente Inps Pasquale Tridico alla Commissione Lavoro della Camera per la riforma pensioni 2022. In buona sostanza si basa sulla possibilità di uscita anticipata a 63 anni con penalizzazione iniziale. A 67 anni si prenderebbe poi la pensione piena.

Pensioni 2022, come funziona Quota 63

Quota 63 o Ape contributiva prevede per le pensioni 2022 l’uscita anticipata al compimento dei 63 anni con almeno 20 anni di contributi versati.

Un anno in più come requisito anagrafico e 18 in meno come anzianità contributiva rispetto a Quota 100.

In sostanza si tratterebbe di una uscita anticipata di 4 anni rispetto alla Fornero. Con liquidazione di una tranche della pensione basata solo sulla parte contributiva versata (dal 1996 in poi). Poi, al raggiungimento dei 67 anni, sarebbe liquidata la restante parte di pensione, calcolata sulla parte retributiva (versamenti fino al 1995).

In questo modo si consentirebbe al lavoratore di uscire prima, evitando lo scalone della Fornero, ma con la consapevolezza che prenderà solo una parte della pensione per i primi 4 anni. Il resto arriverà dopo.

Il requisito per accedere alla cosi detta Ape contributiva, oltre all’età sarebbe quello di possedere almeno 20 anni di contribuzione e aver maturato una quota contributiva di pensione di importo non inferiore a 1,2 volte l’assegno sociale.

Ape sociale per lavori usuranti

Quindi, di fatto un anticipo pensionistico che si affiancherebbe ad Ape sociale, già esistente, che prevede il pensionamento anticipato a 63 anni con almeno 30 anni di contributi (36 per i lavoratori usuranti).

La riforma pensioni 2022 ruoterebbe quindi intorno al potenziamento di Ape sociale con l’allargamento della platea dei lavori usuranti, di cui la commissione governativa Damiano ha già stilato un lungo elenco.

Ben 27 categorie in più rispetto alle attuali 15 fino a ricomprendere 92 mansioni, anche se non tutte potranno rientrare nei benefici.

Per i lavoratori usuranti, come previsto attualmente da Ape sociale, la pensione scatterebbe al compimento dei 63 anni di età con almeno 36 anni di contributi versati.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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