Per andare in pensione con la quota retributiva, ecco fino a quando i lavoratori dovrebbero aspettare. Perché con la fine del triennio sperimentale della Quota 100, il prossimo 31 dicembre del 2021, sarà ancora possibile ritirarsi dal lavoro. Prima della maturazione dei requisiti di accesso alla pensione INPS di vecchiaia. Ma è molto probabile che, con la riforma Fornero dal 2022, così come riportato in questo articolo, a cambiare del tutto saranno le regole del gioco.
In particolare, l’ipotesi di andare in pensione con la quota retributiva rientra in una proposta.
In pensione con la quota retributiva. Ecco fino a quando i lavoratori dovrebbero aspettare
Nel dettaglio, per andare in pensione con la quota retributiva eventuale, i lavoratori dovrebbero aspettare i 67 anni di età. Proprio nell’ambito dell’Ape contributivo. Una misura che permetterebbe, con 20 anni di contribuzione, di andare in pensione a 62 anni.
A 63 o al più a 64 anni di età con l’erogazione dell’assegno INPS solo per la parte contributiva. Ovverosia, solo per la parte che è calcolata sui contributi previdenziali effettivamente versati. Aspettando così di percepire la quota di pensione con la quota retributiva. Solo alla maturazione dei requisiti pensionistici per la prestazione INPS di vecchiaia.
Il primo ed il secondo tempo dell’Ape contributivo. Prima a 63 e poi a 67 anni
In base alla proposta sopra illustrata, quindi, andare in pensione con la quota retributiva sarebbe, in tutto e per tutto, come per una partita di calcio. In quanto ci sarebbe il primo tempo. Ovverosia il ritiro anticipato dal lavoro. Con meno soldi con l’Ape contributivo.
Proprio perché, supponendo un requisito anagrafico di uscita dal lavoro a 63 anni, il lavoratore dovrà poi aspettare il secondo tempo. Precisamente, aspettare altri 4 anni. Al fine di prendere pure l’eventuale quota di assegno INPS calcolata con il sistema retributivo.