Con la riforma 2022, le pensioni anticipate, così come le conosciamo, saranno solo un nostalgico ricordo. Il governo ha fatto sapere che Quota 100 e Opzione Donna non saranno rinnovate.
Del resto quando il premier Draghi chiamò la scorsa estate Elsa Fornero a Palazzo Chigi, come consulente del governo, le preoccupazioni dei lavoratori non erano vane.
Riforma pensioni, due scalini verso la Fornero
Dal prossimo anno, quindi quota 100 e opzione donna spariranno. Almeno così come le abbiamo conosciute finora. La stessa ex ministra del Lavoro Fornero ha affermato pubblicamente che si è trattato di “controriforme” a carattere temporaneo.
L’ordinamento pensionistico basilare, varato nel 2012, prevede il pensionamento di vecchiaia legato alla speranza di vita (al momento si esce a 67 anni). In alternativa, il pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi versati indipendentemente dall’età (12 mesi in meno per le donne).
Il resto sono misure tampone, come lo sarà la riforma che prevede quota 102 e poi 104 per i prossimi quattro anni. Ma dal 2026 si tornerà a considerare solo l’uscita prevista per la vecchiaia che probabilmente sarà a 67 anni e 3 mesi.
Cosa prevede quota 102
Il governo propone il pensionamento a quota 102 per tutti dal 1 gennaio del prossimo anno. Quindi non più uscita dal lavoro a 62 anni di età, ma a 64, fermo restando il requisito contributivo di 38 anni versati.
Questa quota dovrebbe restare in vigore fino al 2024 quando scatterà poi quota 104. Cioè pensionamento con almeno 66 anni di età e 38 di contributi. Oppure 65 anni e 39 di contributi.
Fra le due quote potrebbe però saltar fuori quota 103. Tutto dipenderà dalle risorse economiche disponibili che si potranno reperire con la manovra finanziaria. In tal caso, dal 2023 si potrebbe uscire con 65 anni di età, per poi passare a 66 nel 2024.
Quindi si tratta, per il governo, di creare un sistema graduale di scalini per riavvicinare nel tempo e pieno titolo il pensionamento con i requisiti previsti dalla Fornero.