Tegola sul Movimento 5 Stelle all’indomani di elezioni amministrative a dir poco disastrose per i grillini. L’ex capo dell’intelligence del Venezuela, tale Hugo Carvajal, noto come “El Pollo”, ha dichiarato dal carcere spagnolo in cui si trova recluso che il regime di Hugo Chavez avrebbe erogato finanziamenti illeciti a numerosi movimenti politici nel Sud America, ma anche a qualcuno in Europa. Nella lista esibita dall’uomo compaiono sia la formazione spagnola di estrema sinistra, Podemos, sia il Movimento 5 Stelle.
Considerando che l’ex presidente del Venezuela sia morto agli inizi del 2013, le accuse si riferirebbero a un periodo di tempo antecedente a quell’anno, a meno che non fossero proseguiti sotto il successore Nicolas Maduro. Il principale beneficiario dei finanziamenti illeciti di Caracas sarebbe stato l’allora presidente argentino Nestor Kirchner, in carica tra il 2003 e il 2007, succeduto dalla moglie Cristina Fernandez e deceduto nel 2010.
Finanziamenti illeciti, accuse vaghe
Il Movimento 5 Stelle respinge le accuse e le bolla come “fake news”. Davide Casaleggio, figlio del fondatore Gianroberto, ci tiene a difendere il nome del padre per sottrarlo a queste illazioni. Sappiamo che Carvajal è stato arrestato nel 2019 in Spagna con accuse di traffico di armi e droga e sulla sua persona pende la richiesta di estradizione da parte degli USA. In questi stessi giorni, i giudici di Capo Verde hanno estradato negli USA dopo 18 mesi dall’arresto un altro funzionario alle dipendenze del regime venezuelano, tale Alex Saab, cittadino colombiano di origini libanesi e che agiva per conto di Caracas in Africa.
Le accuse di Carvajal abbiano al momento poco circostanziate. Non conosciamo tempi e luoghi dei presunti finanziamenti illeciti, né in quali mani sarebbero arrivati. Troppo poco per puntare il dito sul Movimento 5 Stelle. Tralasciando l’aspetto potenzialmente giudiziario della vicenda, sappiamo per certo che i grillini siano stati vicini al regime “chavista”, anche quando esso è stato retto dal 2013 da Maduro, praticamente isolato nel mondo per le ripetute e gravi violazioni dei diritti umani.
Non solo i parlamentari grillini prima di arrivare al governo erano soliti periodicamente recarsi a Caracas per esibire la loro vicinanza ideologica al Venezuela socialista; quando nel 2019 l’allora presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaido, si autoproclamò presidente, fu riconosciuto da una cinquantina di stati nel mondo, tra cui gli USA di Donald Trump. In Europa, invece, l’Italia rimase l’unica tra i 27 stati comunitari ad opporsi al riconoscimento da parte di Bruxelles. E non è un caso che allora, come oggi, al governo vi fosse proprio il Movimento 5 Stelle, alleato della Lega.
Le alleanze di Chavez grazie ai petrodollari
I finanziamenti illeciti non sono una pratica sconosciuta con riferimento al Venezuela, considerata da Washington un “narcostato” a tutti gli effetti. Più formalmente, il paese si è creato una rete di alleanze nell’America Latina attraverso l’esportazione semi-gratuita di petrolio. Lo schema si chiama Petrocaribe e di fatto ancora oggi esiste, sebbene i pozzi a secco del Venezuela stiano impedendo da qualche anno il mantenimento delle stesse relazioni sul piano commerciale. Tra l’altro, l’operazione ha consentito a Cuba di beneficiare di greggio quasi a costo zero, in cambio dell’invio di migliaia di medici e militari nel Venezuela per lo svolgimento di servizi a favore della popolazione locale.
Per quale motivo Chavez avrebbe inviato finanziamenti illeciti a Podemos e Movimento 5 Stelle? Per costruirsi anche in Europa alleanze con partiti di sinistra e movimentisti, al fine di indirizzare una parte dell’opinione pubblica su posizioni favorevoli al regime e fare pressione sui governi per costringerli ad ammorbidire le proprie vedute sul regime. Ma servono le prove. Per il momento, possiamo affermare che i grillini abbiano genuinamente abbracciato il “chavismo” per via della comunanza di idee contro il capitalismo e la finanza internazionale.