Sconto in fattura parziale, l’importo residuo può andare in detrazione?

Lo sconto in fattura è applicato direttamente dall’impresa che esegue i lavori permettendo al contribuente di recuperare subito la spesa
3 anni fa
2 minuti di lettura
cessione del credito
Foto © Licenza Creative Commons

Ancora dubbi sullo sconto in fattura a fronte della detrazione per lavori sulla casa. Questa volta arriva in redazione un quesito sulla possibilità di sconto parziale per il bonus ristrutturazione.

In particolare un nostro lettore ci scrive quanto segue:

Sto effettuando opere di manutenzione straordinaria e ristrutturazione bagni sull’appartamento che ho acquistato, per cui avrei diritto alla detrazione del 50%. Da una fattura di totale lavori 12000 euro, mi propongono lo sconto in fattura pagando la cifra di circa 7800 euro, che però corrisponde ad uno sconto inferiore al 50% che mi spetterebbe (sarebbe uno sconto del 35% circa).

Il mio quesito è: essendo uno sconto in fattura (e non cessione del credito a una banca), non dovrei avere diritto a pagare solo il 50% (quindi 6000 euro circa, anziché 7800 euro che mi propone), dato che l’impresa detrarrà la restante quota come credito d’imposta? O posso io detrarre poi il resto che non mi sconta l’impresa?

Di seguito riportiamo il nostro chiarimento al lettore.

Le due alternative alla detrazione

Il bonus ristrutturazione si sostanzia in una detrazione IRPEF pari al 50% della spesa sostenuta per lavori edili sulla casa. Il beneficio (da godere in 10 quote annuali di pari importo), così com’è, è prorogato dalla legge di bilancio 2022 fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2024 (vedi anche  Bonus ristrutturazione 50% con proroga triennale fino al 2024).

Per le spese sostenute nel 2020 e 2021, il legislatore ha introdotto la possibilità di optare, in luogo della detrazione fiscale, per:

  • lo sconto in fattura da parte dell’impresa che esegue i lavori, la quale poi recupera il corrispettivo, nella forma del credito d’imposta da poter utilizzare in compensazione oppure da poter cedere ulteriormente a terzi soggetti
  • la cessione del credito a terzi soggetti, inclusa la stessa impresa che ha eseguito i lavoro ed inclusi istituti di credito e finanziari.

La possibilità di opzione, per ora non è prorogata alle spese sostenute nel 2022.

Lo sconto in fattura totale

Lo sconto in fattura è pari alla detrazione spettante. Quindi, nel caso di bonus ristrutturazione, lo sconto sarà pari al 50% della spesa fatturata dall’impresa esecutrice dei lavori. Quest’ultima matura un credito d’imposta pari allo sconto stesso.

Esempio

Fattura di spesa per lavori di rifacimento del bagno pari ad euro 12.000. In tal caso optando per lo sconto in fattura:

  • Totale da pagare all’impresa = 6.000 euro (il 50% di 12.000 euro)
  • Credito d’imposta maturato dall’impresa = 6.000 euro

Possibile anche quello parziale

Lo sconto in fattura, tuttavia, può essere anche parziale, ossia di importo inferiore alla percentuale di detrazione spettante. La rimanente parte, potrà essere portata in detrazione (10 quote annuali di pari importo) oppure si può optare per la cessione del credito.

Esempio

Fattura di spesa per lavori di rifacimento del bagno pari ad euro 12.000. L’impresa accorda uno sconto del 35% dell’importo (quindi, inferiore al 50%). In tal caso:

  • Totale fattura = 12.000 euro
  • Sconto in fattura (parziale) = 4.200 euro
  • Totale da pagare all’impresa = 7.800 euro
  • Credito maturato dall’impresa = 4.200 euro

Poiché la detrazione spettante è pari a 6.000 euro (ossia il 50% di 12.000 euro) e poiché l’impresa ha accordato solo uno sconto parziale paria 4.800 euro, restano ancora 1.200 euro di bonus ristrutturazione. Di tale importo, è possibile godere nella forma della detrazione in dichiarazione redditi (10 quote annuali di pari importo) oppure optare per la cessione del credito.

Potrebbero anche interessarti:

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensioni
Articolo precedente

Chi smette di lavorare prima prende una pensione più alta: ecco spiegato il motivo del paradosso delle anticipate

Canone RAI come il Green Pass: l'Italia in direzione opposta dal resto d'Europa
Articolo seguente

Bonus TV, rottamare la vecchia TV conviene davvero sempre?