Si è chiuso ieri il secondo giorno di collocamento per il quarto BTp Futura con scadenza a 12 anni (ISIN: IT0005466344). Gli ordini sono saliti a 1,96 miliardi di euro, nettamente minori dei 3,67 miliardi esitati dalla seconda emissione al termine della seconda giornata. Rispetto a lunedì, però, c’è stato un certo recupero sul fronte delle richieste dei risparmiatori italiani. Le distanze con la scadenza a 16 anni emessa nella scorsa primavera restano comunque abissali.
Il nuovo BTp Futura 2033 avrà tre cedole crescenti: 0,75% per i primi quattro anni, 1,25% tra il quinto e l’ottavo anno e 1,70% per gli ultimi quattro anni.
Cedole BTp Futura, possibili ritocchi
Tornando alle cedole, il Tesoro si riserva la facoltà di aumentare la seconda e la terza successivamente al collocamento. Questo significa che certamente il tasso dello 0,75% resterà immutato, mentre i successivi potrebbero subire qualche ritocco all’insù. Quale sarebbe il criterio seguito per decidere se aumentare o meno le cedole? Non c’è scritto da nessuna parte, ma la logica vuole che siano due le condizioni, non necessariamente concomitanti, al verificarsi delle quali ciò accadrebbe.
La prima riguarderebbe il rialzo dei rendimenti di mercato durante il collocamento. Il Tesoro fissa il rendimento del BTp Futura il venerdì precedente all’inizio dell’emissione, ma nel corso di essa possono verificarsi mutamente nelle condizioni di mercato. Se il bond di pari durata, ad esempio, vedesse salire drasticamente il rendimento offerto, con ogni probabilità il Tesoro ritoccherebbe le cedole per garantire ai sottoscrittori tassi adeguati. Ma questo sinora non sta accadendo. Il rendimento offerto dal bond a 12 anni con cedola fissa è persino sceso da 0,96% a 0,94%.
E allora non resta che confidare sulla seconda condizione: la bassa domanda.