Non sono state settimane certamente facili per la Romania, alle prese con una nuova ondata di contagi, la quale a sua volta ha contribuito in misura determinante a provocare la crisi del governo di centro-destra. Per fortuna, i contagi stanno scendendo rapidamente e a livelli rassicuranti, sebbene il numero dei morti resti altissimo, cioè sopra i 300 al giorno. E i bond della Romania stanno risentendo di queste e altre criticità. La scadenza in euro gennaio 2050 e cedola 3,375% (ISIN: XS2109813142) è crollata del 16% quest’anno, scendendo in area 97 centesimi.
Bond Romania in euro, rendimenti appetibili
Sono cifre di tutto rispetto in una fase in cui i rendimenti restano bassi e i tassi d’inflazione stanno salendo ai massimi da anni, se non decenni. Praticamente, con un’inflazione al 3% in ottobre gli obbligazionisti italiani avrebbero modo di coprirsi dalla perdita del potere d’acquisto e senza correre grossi rischi. Quello di cambio va da sé che non esiste, essendo l’emissione denominata in euro, mentre quello di credito sarebbe teoricamente basso. Il rating sovrano romeno è BBB- per S&P e Fitch, Baa3 per Moody’s. Nel complesso, appena inferiore a quello italiano.
La Romania non fa parte dell’Eurozona, bensì dell’Unione Europea. Nel 2020, il suo PIL è diminuito del 3,9%, mentre quest’anno la crescita è stimata al 7% dal Fondo Monetario Internazionale. Per l’anno prossimo, dovrebbe aggirarsi intorno al 4,5%. Il fatto è che l’inflazione romena è salita al 7% a ottobre, trascinando al rialzo i rendimenti dei titoli in valuta locale e, inevitabilmente, anche di quelli in valute straniere. Ma il debito pubblico resta basso, pur impennatosi dal 35% al 47% nel 2020. In teoria, i bond della Romania in euro possono rappresentare buone occasioni per diversificare il portafoglio sul piano geografico, ma restando in Europa e alzando la redditività.