Buone notizie per la pensione dei lavoratori edili. Dal prossimo anno potrebbero andare in pensione con meno contributi versati rispetto a quanto previsto finora.
Lo prevede un passaggio della proposta di riforma delle pensioni per i lavori gravosi. In un recente incontro fra il premier Mario Draghi e il ministro del Lavoro Andrea Orlando si è infatti parlato di questo aspetto.
Lavoratori edili in pensione prima dal 2022
La categoria dei lavoratori edili rientra fra quelli usuranti e meritevoli di maggiore tutela previdenziale.
Attualmente la normativa prevede che i lavoratori gravosi ricompresi nelle attuali 15 categorie possano accedere ad Ape Sociale a 63 anni di età con almeno 36 anni di anzianità contributiva. Un passaggio statico perché mette sullo stesso piano tutti i lavori gravosi.
Invece succede, di fatto, che i muratori e i minatori, ad esempio, sono soggetti a maggior usura rispetto alle educatrici d’infanzia. Non solo, il lavoro in edilizia è spesso discontinuo perché dipendente dalla durata degli appalti e dei cantieri.
Come aveva sottolineato Cesare Damiano, presidente della commissione governativa lavoratori gravosi, serve che non tutti le categorie di lavoratori soggetti a usura siano parificati. Pertanto a qualcuno deve essere concessa la possibilità di accedere alla pensione prima rispetto ad altri.
Edili in uscita con 30 anni di contributi
Così, fermo restando il requisito anagrafico, per i lavoratori edili dal prossimo anno l’accesso ad Ape Sociale potrebbe scattare con “soli” 30 anni di contributi, anziché 36. Ma non è detto che gli edili saranno la sola categoria a beneficiare dell’accorciamento del requisito anagrafico.
Anche i minatori e i conduttori di macchinari pesanti per cave e cantieri potrebbero avere il medesimo trattamento. E’ infatti allo studio un meccanismo che renda più flessibile l’uscita anticipata dal lavoro in base alle mansioni ricoperte.
Ma anche in base alla durata del lavoro usurante svolto. Così, se ad esempio, un autista ha sempre fatto quel mestiere avrà più diritto ad andare prima in pensione rispetto a un autista che ha lavorato nel settore solo negli ultimi anni.