Cambiamenti in arrivo per la Naspi. La legge di bilancio 2022 contiene importanti novità per quanto riguarda i requisiti e il meccanismo di pagamento dell’indennità di disoccupazione.
Aggiustamenti che sono già stati sperimentati per decreto durante la pandemia e che tendono a favorire l’accesso alla Naspi. Oltre che al meccanismo di decalage sui pagamenti previsto dal Inps durante il periodo di godimento.
Naspi, cosa cambia da gennaio
In buona sostanza, la manovra finanziaria 2022 cambia i requisiti di accesso alla Naspi rendendola meno stringente per chi perde il lavoro.
Dal 1° gennaio 2022, per avere diritto alla Naspi non sarà più necessario aver svolto almeno 30 giornate lavorative nei 12 mesi precedenti il periodo di inizio della disoccupazione. Resta fermo, invece, il requisito di aver maturato almeno 13 settimane di versamenti dei 4 anni precedenti la richiesta. Così come deve esserci lo stato di disoccupazione.
Cambia anche il meccanismo di decalage, cioè la riduzione periodica del 3% dell’indennità Naspi a partire dal quarto mese di fruizione. Ebbene questa riduzione scatterà a partire dal sesto mese per tutti. Ma se il percettore della Naspi ha più di 55 anni di età, la riduzione slitta all’ottavo mese.
Resta confermata la durata del sussidio che corrisponde alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente la disoccupazione involontaria (massimo di 24 mesi).
Le novità per la Dis-Coll
Novità in arrivo anche per la Dis-Coll, oltre che per la Naspi. Dal 1 gennaio 2022 il sussidio di disoccupazione destinato ai collaboratori iscritti alla gestione separata Inps diventa più consistente.
L’importo della indennità Dis-Coll subirà, al pari della Naspi, una riduzione del 3% a partire dal sesto mese di fruizione. Mentre la durata del trattamento di disoccupazione raddoppia per un massimo di 12 mesi.
Ai percettori di Dis-Coll è riconosciuta anche la copertura figurativa ai fini pensionistici per l’intero periodo della prestazione. Dal 1 gennaio 2022, però, gli iscritti alla Gestione Separata Inps dovranno versare un’aliquota contributiva maggiorata rispetto a quella attuale (da 0,51 a 1,41).