In pensione nel 2023 con Quota 104, ecco lo scivolo che strizza l’occhio alla riforma Fornero

Andare in pensione nel 2023 con la Quota 104. Ovverosia, con la quota che potrebbe sostituire la Quota 102 nel 2022. Ecco cosa dobbiamo aspettarci.
3 anni fa
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Andare in pensione nel 2023 con la Quota 104. Ovverosia, con la quota che potrebbe sostituire la Quota 102 nel 2022. Quota 102 che, a sua volta, è l’evoluzione della Quota 100 che andrà a naturale scadenza, dopo un triennio sperimentale, il prossimo 31 dicembre del 2021.

Quello di andare in pensione nel 2023 con la Quota 104, inoltre, è uno scivolo che, in tutto e per tutto, strizzerebbe l’occhio alla riforma Fornero. In quanto comporterebbe, rispetto alla Quota 100, un sensibile aumento dell’età per il ritiro anticipato dal lavoro con il sistema delle quote.

Vediamo allora, in merito, quali sono gli scenari e le attese.

In pensione nel 2023 con la Quota 104, ecco lo scivolo che strizza l’occhio alla riforma Fornero

Nel dettaglio, andare in pensione nel 2023 con Quota 104 significherebbe dover rispettare i seguenti due requisiti. Età pari a 65 anni e 39 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

Ovverosia, tre anni di età in più rispetto alla Quota 100, ed anche un anno in più rispetto alla Quota 102. Con la quale, nel 2022 e comunque solo per 12 mesi, si potrà andare in pensione a 64 anni con gli stessi 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati e richiesti per la Quota 100.

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Ad oggi quello di andare in pensione nel 2023 con Quota 104, è giusto dirlo, è un mero esercizio teorico. In quanto l’unica certezza, per il ritiro anticipato dal lavoro con il sistema delle quote, è data dall’introduzione della Quota 102 per il prossimo anno. Solo dopo il prossimo mese di marzo del 2022, con ogni probabilità, sulle pensioni nel 2023 se ne saprà di più. Ovverosia, al termine del tavolo di confronto tra il Governo italiano ed i Sindacati. Così come è riportato in questo articolo. I Sindacati, in particolare, sono contrari non solo al ritorno della riforma Fornero. Ma anche al sistema delle quote che è ritenuto troppo rigido.

In altre parole, Cgil, Cisl e Uil chiederanno al Governo italiano più soluzioni per la flessibilità in uscita.

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