Dal bollo auto alle multe, tutti i documenti da buttare a fine anno

A fine anno diversi sono i documenti da buttare tenendo conto dei tempi di conservazione previsti dal nostro legislatore
3 anni fa
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A fine anno diversi sono i documenti da buttare tenendo conto dei tempi di conservazione previsti dal nostro legislatore

Di quali documenti è possibile disfarsi a fine anno? Multe pagate, bollo auto, dichiarazione redditi, ricevute di spese condominiali. Sono tutte scartoffie che qualsiasi cittadino italiano, mensilmente ed annualmente, è chiamato ad archiviare e conservare per esibirle poi in caso di eventuali accertamenti e contestazioni.

Il bollo auto, le utenze ed altro: documenti da buttare

Il bollo auto si prescrive nel termine di tre anni. Ciò, significa, ad esempio, che il bollo di competenza del 2021 si prescrive il 31 dicembre 2024.

Di conseguenza, il 31 dicembre 2021, si prescrive il bollo auto di competenza del 2018.

Chi è in regola con il pagamento della tassa, dunque, il 1° gennaio 2022 può disfarsi delle ricevute di pagamento del bollo auto di competenza del 2018 (e anche di quelli precedenti se non ancora buttate).

Sono, invece, da conservarsi per 5 anni, le ricevute di pagamento riferite a:

  • bollette utenze (luce, acqua, gas, ecc.)
  • multe
  • spese condominiali
  • affitto
  • mutuo
  • imposte sugli immobili (ad esempio IMU).

Quindi, a fine anno 2021 è possibile cestinare tutte le ricevute del 2016 (ed anni precedenti se non ancora fatto).

Le dichiarazioni redditi da cestinare

Con riferimento alla dichiarazione dei redditi (Modello 730 e Modello Redditi) e la documentazione comprovante i dati inseriti (spese detraibili, redditi, ecc.), i tempi di conservazione sono anch’essi fissati in 5 anni dalla data di presentazione.

Quindi, ad esempio, con riferimento alla Dichiarazione dei Redditi 2021 (anno d’imposta 2020), che doveva essere presentata entro il 30 novembre 2021, occorre conservare il tutto fino al 31 dicembre 2026.

Ne consegue che, bisogna conservare fino al 31 dicembre 2021 la Dichiarazione Redditi 2016 (anno d’imposta 2015) e la relativa documentazione.

Occorre, tuttavia, tener presente che se in dichiarazione redditi sono indicate spese detraibili o deducibili ripartite in più anni, il citato termine parte dall’anno in cui è stata presentata la dichiarazione in cui è indicata la rata.

Esempio

Nel Modello 730/2016, sono indicate spese di ristrutturazione edilizie fatte nel 2015 che danno diritto alla detrazione del 50% da ripartire in 10 rate annuali di pari importo.

In questo caso, poiché l’ultima delle 10 rate sarà goduta nel Modello 730/2026 (anno d’imposta 2025), la conservazione di quest’ultimo dovrà avvenire fino 31 dicembre 2031.

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Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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