In pensione da 62-63 anni con quali requisiti? Vediamo i contributi necessari

Andare in pensione a 62 anni potrebbe essere possibile dal 2023, se passa questa proposta lanciata dalla stessa INPS.
3 anni fa
1 minuto di lettura
In pensione a 62 anni?

Il governo ha convocato i sindacati per lunedì 20 dicembre con l’obiettivo di trovare un’intesa sulle pensioni. CGIL e UIL confermano lo sciopero generale per questo giovedì e le posizioni tra le parti restano distanti. Ciononostante, nell’esecutivo si lavora a una soluzione che consentirebbe ai lavoratori di andare in pensione a 62 o 63 anni.

Il vice-ministro dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha espresso la posizione del suo gruppo di riferimento, il Movimento 5 Stelle: nessun ritorno alla legge Fornero. Essa fissa l’età pensionabile per uomini e donne a 67 anni, salvo la possibilità di lasciare il lavoro con la pensione anticipata dai requisiti assai stringenti: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.

Tuttavia, già oggi è possibile andare in pensione a 64 anni con il trattamento interamente contributivo e purché in possesso di 20 anni di contribuzione. Non solo, l’assegno così determinato non dovrà risultare inferiore a 2,8 volte quello minimo per legge. Nel 2021, significa almeno più di 1.440 euro al mese. Roba per pochi.

Requisiti per la pensione a 62 anni

Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, ha da tempo lanciato la proposta di mandare in pensione a 62 o 63 anni i lavoratori che lo desiderino, ma in due tempi: subito con l’assegno calcolato solamente con il metodo contributivo e a 67 anni si avrebbe diritto all’assegno pieno, cioè inclusa la quota retributiva spettante. Questa soluzione, spiega, costerebbe appena 2,5 miliardi di euro per i primi tre anni, mentre dal 2028 si otterrebbero risparmi.

Vi sarebbero due paletti allegati: il primo relativo ai 20 anni di contribuzione minima e il secondo all’entità dell’assegno, il quale non potrebbe risultare inferiore a 1,2 volte il trattamento minimo. Con riferimento al 2021, significherebbe percepire almeno 618 euro al mese per 13 mensilità. Proprio queste limitazioni restringono fortemente la platea dei beneficiari. Non sono tanti a poter vantare in Italia un assegno di circa 620 euro al mese con il calcolo interamente contributivo.

E, soprattutto, quanti sarebbero effettivamente in grado di rinunciare a un reddito da lavoro per accontentarsi di una tale somma?

Facendo due conti e utilizzando i coefficienti di trasformazione, otteniamo che un lavoratore che volesse andare in pensione a 62 anni, dovrebbe avere alle spalle un montante contributivo di circa 168.500 euro. A 63 anni, scenderebbe a quasi 164.000 euro. A 64 anni, ne basterebbe uno inferiore a 159.000 euro. In ogni caso, cifre di tutto rispetto.

[email protected]

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensione giovani under 35
Articolo precedente

In pensione anticipata da 62 e fino a 65 anni, il futuro si gioca tutto sulla flessibilità

Fine mercato tutelato elettricità
Articolo seguente

Aumenti bollette luce e gas, niente soldi in più: la nuova idea è la rateizzazione