Il neocancelliere Olaf Scholz si ritrova a gestire una fase molto delicata per l’economia tedesca, e non solo. I contagi, pur in calo, ancora viaggiano al ritmo di 45-50.000 al giorno, mentre i morti salgono sopra 450. Tra nuove restrizioni anti-Covid e colli di bottiglia, la Germania sarebbe sull’orlo di una nuova recessione per l’Ifo. L’istituto economico prevede un calo del PIL dello 0,5% per gli ultimi 3 mesi del 2021, seguito da una stagnazione nel trimestre successivo. Se da un lato resta confermato il tasso di crescita del 2,5% per quest’anno, per il 2022 è stata tagliato da 5,1% a 3,7%.
L’Italia con il +6-6,2% atteso per quest’anno e un +4-4,5% per il 2022 staccherebbe nettamente l’economia tedesca. Le apparenze ingannano. I nostri dati migliori, almeno nelle previsioni, riflettono la più ampia caduta accusata nel 2020, quando il nostro PIL segnò -8,9% contro -4,6% della Germania. Entro la fine dell’anno prossimo, dunque, l’economia tedesca sarebbe di quasi l’1,5% più grande del 2019, mentre quella italiana di circa l’1%.
Recessione tedesca e conseguenze per l’Italia
Peraltro, se Berlino piange, Roma non può ridere. Le economie sono intersecate dagli scambi commerciali. Un ottavo delle nostre esportazioni finisce ogni anno in Germania, qualcosa come 55-60 miliardi di euro, il 3% del PIL. E i consumi tedeschi potrebbero “gelare” nei prossimi mesi a causa dell’inflazione. Essa si attesta già in area 6%, la più alta dagli anni Ottanta. Per contro, il nuovo governo punterà maggiormente sugli investimenti pubblici, un fatto che dovrebbe stimolare la domanda interna, ergo le importazioni dal resto del mondo.
Tuttavia, il taglio degli acquisti dei bond da parte della BCE innalzerà il costo d’indebitamento degli stati, colpendo particolarmente l’Italia. I nostri margini di flessibilità fiscale si ridurranno e già dal 2022 dovremo iniziare a fare i conti seriamente con il rientro del deficit.