Cassa depositi e prestiti (CDP) mette oggi in pagamento la cedola relativa al bond con scadenza 28 giugno 2026 (ISIN: IT000534043). E’ la seconda a tasso variabile. Fino al 28 giugno scorso, infatti, l’ente corrispondeva un tasso fisso del 2,70% lordo annuale. Successivamente a tale data, è diventato variabile e pari all’Euribor a 3 mesi + uno spread dell’1,94%. Il pagamento avviene ogni trimestre in data 28 settembre, 28 dicembre, 28 marzo e 28 giugno.
Il tasso di riferimento a cui guardare per capire quale sarà la cedola corrisposta per il bond CDP è quello vigente due giorni lavorativi prima della data di pagamento.
Bond CDP, la scommessa sulla cedola
Questa è la cedola a cui hanno diritto oggi i possessori del bond CDP. Poiché la quotazione odierna si attesta a 105,77, di fatto chi acquistasse adesso il titolo, conterebbe su un rendimento lordo alla scadenza di appena lo 0,06%. Nulla per un investimento della durata di 4 anni e mezzo. Il BTp di pari durata offre attualmente un rendimento dello 0,35%. Com’è possibile che il bond CDP renda così poco e, addirittura, molto meno di un’obbligazione di stato?
Sembra che il mercato stia scommettendo su questo titolo per la sua struttura peculiare della cedola. L’alto prezzo (quasi stabile quest’anno) sarebbe la conseguenza dell’atteso rialzo dell’Euribor. La BCE sta per ridurre gli acquisti di bond tramite i suoi due programmi monetari – il PEPP a fine corsa a marzo e il “quantitative easing” (QE) – e con un’inflazione media nell’Eurozona già in area 5% l’aumento del costo del denaro sarebbe questione di tempo. Con tassi a breve in risalita, il bond CDP diverrebbe più remunerativo.