Attenzione a chi va in pensione con la Quota 41. In quanto si deve rispettare questo divieto. Ovverosia, quello che impone temporaneamente di non esercitare attività lavorativa. Precisamente, fino a quando il lavoratore o la lavoratrice, in prospettiva, non avrebbe maturato i requisiti di accesso alla pensione anticipata ordinaria.
Attualmente, ricordiamo che chi va in pensione con la Quota 41 è un lavoratore precoce. Avendo maturato almeno 1 anno di contribuzione prima del compimento del 19esimo anno di età. Una misura da non confondere con la Quota 41 pura che ad oggi è solo una proposta formulata dai Sindacati.
Chi va in pensione con la Quota 41 deve rispettare questo divieto
Per chi va in pensione con la Quota 41 precoci, quindi, solo dopo il rispetto del divieto si può eventualmente avviare una qualsiasi attività lavorativa. Che sarà così cumulabile con i redditi da pensione.
Chi va in pensione con la Quota 41 deve rispettare questo divieto in quanto la pensione precoci è una misura di uscita flessibile. E sostanzialmente in deroga all’accesso alla pensione anticipata ordinaria che è stata introdotta con la legge Fornero.
Quella che, indipendentemente dall’età, permette di andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi previdenziali obbligatori versati per gli uomini. E con 41 anni e 10 mesi di contributi previdenziali obbligatori versati per le donne.
Quando i precoci possono presentare all’INPS la domanda di ritiro dal lavoro
Chiarito che chi va in pensione con la Quota 41 deve rispettare questo divieto, quando i lavoratori precoci possono allora presentare la domanda all’INPS? Al riguardo c’è da dire che annualmente il termine di presentazione della domanda è quello dell’1 marzo. Oppure si può presentare la domanda tardiva entro il 30 novembre. Ma in tal caso la decorrenza della pensione sarà subordinata alla presenza di copertura finanziaria da parte dello Stato.