Verso il nulla di fatto sulla riforma pensioni, in perfetto stile italiano. L’atteso incontro fra governo e sindacanti previsto per oggi per rivedere la riforma Fornero rischia di tradursi in una fumata nera.
Si va quindi verso uno slittamento della verifica. In pratica – come riferiscono notizie di agenzia – la decisione è legata alla mancanza di approfondimenti in sede tecnica del capitolo sulla flessibilità in uscita. Tradotto: il tema non è stato neanche preso in esame.
Riforma pensioni, si allungano i tempi
Come noto, i sindacati puntano a quota 41 per tutti e a forme di pensionamento anticipato a partire dai 62 anni.
Il governo vorrebbe perseguire l’idea di abbandonare in fretta il sistema di liquidazione delle pensioni basato sul sistema retributivo. Almeno per quanto concerne l’uscita anticipata dal lavoro, salvaguardando il sistema misto solo per le pensioni ordinarie previste dalle regole Fornero.
Le parti restano quindi distanti e un tentativo di avvicinamento è rimandato a tempi migliori. L’incontro di verifica sulla flessibilità delle pensioni, previsto per lunedì 7 febbraio 2022, è infatti stato rimandato.
Sindacanti infuriati
I sindacati non l’hanno presa bene. La motivazione addotta, e cioè il non aver ancora affrontato in sede tecnica il tema della flessibilità, è infondata e pretestuosa. Il segretario della Uil Domenico Proietti fa notare che era stato proprio il governo a chiedere di fare una riunione politica dopo le elezioni del Presidente della Repubblica.
La Uil, dunque, si aspetta che il Governo riprenda subito il confronto per definire, in vista del prossimo Def, soluzioni positive alle attese dei lavoratori. Anche perché tutte le misure di pensionamento anticipato, Ape Sociale, Quota 102 e Opzione Donna, terminano a fine 2022.
Del resto, sostengono ancora i sindacati, non si può continuare a tergiversare e prendere tempo perché il problema è sotto gli occhi di tutti.
E rimandare il confronto non aiuta e rischia di relegare tutti i lavoratori e i giovani a un futuro incerto e drammatico. Le attuali regole (Fornero) sono penalizzanti e troppo rigidide rispetto al resto d’Europa.