Bonus edilizi, affare per pochi boomerang per tutti gli altri: il 110 fa paura

Il bonus 110 e gli strumenti messi in campo dal Governo erano (e sono) ottimi per cittadini ed imprese. Iniziare i lavori, tuttavia, oggi spaventa
3 anni fa
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Puoi fare i lavori da solo e chiedere il bonus 110?

Dopo la stretta sulla cessione dei crediti nel campo del bonus 110 e degli altri bonus casa e dopo le numerose truffe scovate dalla Guardia di finanza, decidere, oggi, di avviare lavori e godere dei relativi sgravi fiscali, spaventa.

Paura che invade anche le imprese edili, soprattutto quelle piccole, le quali a seguito del decreto contro le frodi e delle ulteriori restrizioni imposte dal governo per contrastare gli imbrogli, vedono notevolmente ristretta la strada per poter cedere i crediti acquisiti a fronte dei lavori effettuati al committente.

Le truffe nel bonus 110

Secondo una delle ultime indagini, resa nota dal Corriere della Sera, 91 cantieri su 100, aventi ad oggetto lavori da bonus 110, sono irregolari. Negli ultimi tempo molte sono anche le aziende edili nate appositamente per fare truffa nel campo dei bonus casa.

Truffe finalizzate all’acquisizione di crediti d’imposta a fronte di interventi edili mai eseguiti. Imprese che hanno fatto firmare a cittadini intenzionati ad eseguire lavori ammessi al 110, contratti finalizzati alla cessione di crediti d’imposta.

Gli stessi cittadini si ritrovavano, a loro insaputa, fatture emesse e mai pagate. Nella rete anche professionisti compiacenti che rilasciavano visti di conformità ed asseverazioni necessari al caso. Danni al fisco per milioni di euro, insomma (vedi anche Intercettazioni shock su bonus edilizi e 110: ecco perché c’è la stretta che paghiamo tutti).

Cittadini ed imprese spaventati

Il bonus 110 e gli strumenti messi in campo dal Governo erano (e sono) ottimi per cittadini ed imprese. Come sempre, però, la classe imprenditoriale, quella che si ritiene più furba, ha dimostrato ancora una volta di meritare poco. A pagare sempre gli onesti che avevano riposto nella cessione del credito e sconto in fattura una buona, anzi eccellente, opportunità.

Decidere di eseguire, oggi, sulla propria casa lavori al 110, spaventa, pertanto, più che mai da un lato i cittadini stessi, i quali temono di potersi ritrovare coinvolti in truffe senza nemmeno accorgersene.

La titubanza ai lavori è accentuata anche da fatto che anche le imprese oneste tendono a rifiutare lavori per i quali i committenti chiedono sconto in fattura o cessione del credito. Tali imprese, infatti, temono poi di ritrovarsi nell’impossibilità di cedere ulteriormente tali crediti e quindi monetizzare il guadagno (vedi anche Bonus edilizi, arriva la proroga per la cessione “unica”).

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Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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In redazione arrivano quesiti in merito al bonus prima casa under 36 introdotta dal decreto Sostegni bis. In uno degli ultimi ci è chiesto se l’agevolazione si applica, ad esempio, anche laddove oggetto dell’atto stipulato dal notaio sia la costituzione del diritto di usufrutto e nuda proprietà. Diamo, quindi, risposta ai nostri lettori. Il bonus prima casa under 36 Il decreto Sostegni bis, ha introdotto il c.d. bonus prima casa under 36. Si tratta di agevolazioni fiscali riconosciute a giovani che rispettano determinati requisiti reddituali ed anagrafici e che acquistano un immobile destinato a “prima casa”. In dettaglio, il beneficio consiste: nell’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale nel riconoscimento di un credito d’imposta di ammontare pari all’IVA (in caso di acquisto soggetto a tale imposta) nell’esenzione dall’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili ad uso abitativo. I requisiti anagrafici e reddituali Il bonus prima casa under 36, come detto si applica solo laddove siano rispettati determinati requisiti in capo al giovane acquirente. In dettaglio questi, deve, congiuntamente: avere un valore ISEE non superiore a 40.000 euro annui non aver compiuto il 36° anno di età nell’anno in cui è stipulato l’atto di acquisto della “prima casa” rispettare in capo a se i requisiti per l’applicazione dell’agevolazione prima casa previsti dalla Nota II-bis all’articolo 1 della Tariffa, parte prima, allegata al TUR (Testo Unico Imposta di Registro). Tipologia di atti ammessi al bonus prima casa under 36 Le agevolazioni in commento si applicano a tutti gli atti comportanti il trasferimento a titolo oneroso della proprietà (o quota di comproprietà) ed a tutti quelli comportanti il trasferimento o la costituzione di diritti reali di godimento (quindi, nuda proprietà, usufrutto, uso, abitazione) delle anzidette case di abitazione (Circolare n. 12/E del 2021). Dunque, il bonus prima casa under 36, nel rispetto di tutti i requisiti richiesti, è ammesso anche laddove oggetto dell’atto notarile sia la costituzione di usufrutto e nuda proprietà. Il legislatore, comunque, stabilisce un intervallo temporale in cui deve essere stipulato l’atto. In particolare le agevolazioni qui in commento, secondo la norma di cui al decreto Sostegni bis, si applicano agli atti stipulati nel periodo 26 maggio 2021 – 30 giugno 2022 (la legge di bilancio 2022 dovrebbe prorogare al 31 dicembre 2022). Potrebbero anche interessarti: Agevolazioni prima casa under 36: se il mutuo lo pagano i genitori cosa succede? Bonus prima casa under 36, le regole in caso di acquisto cointestato
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