Risparmiatori di tutta Italia, rallegratevi. I tempi dei tassi a zero stanno per finire. Anzi, forse sono già finiti. Se seguite un po’ i mercati finanziari, saprete che in appena una settimana il rendimento del BTp a 2 anni è esploso di 45 punti base (0,45%) allo 0,335% di ieri. Rispetto a soli due mesi e mezzo fa, il balzo è stato di 90 punti base (0,90%). E per i conti bancari le implicazioni sono dirette, come vedremo tra poco.
Per prima cosa, cerchiamo di capire cosa stia accadendo.
Conti bancari, cosa succede ai tassi d’interesse
Vi chiederete cosa c’entri tutto questo con i conti bancari. I titoli di stato a breve scadenza sono un investimento altamente liquido e praticamente alternativo ad essi. Io risparmiatore posso trovarmi a decidere se investire i miei 10.000 euro in un BTp a 2 anni allo 0,33% o lasciare il mio denaro in banca con un vincolo di 12-24-36 mesi, etc. La scelta dipenderà chiaramente dal tasso d’interesse offertomi dall’uno e dall’altro strumento. A dicembre, in media i conti bancari vincolati offrivano 0,31%. Pochissimo, per non dire niente. Eppure, era molto di più del rendimento negativo del BTp a 2 anni, tanto per fare un confronto.
Tra prendere lo 0,30% e perdere fino allo 0,50% all’anno, non c’è dubbio quale sarebbe la mia scelta. Adesso, i numeri si sono ribaltati a favore dei BTp. Rendono un po’ di più dei conti bancari.
Ma se questo boom dei tassi di mercato sta avendosi, è perché la BCE fornirà minore liquidità al sistema, per cui prestare denaro nei prossimi mesi diverrà più allettante. Dunque, i conti bancari saranno più redditizi al fine di attirare risparmio della clientela da girare successivamente a imprese e famiglie a tassi e spread più alti. L’era dei tassi a zero è già finita.