Calcolare la pensione futura non è per niente facile. La giungla normativa, i continui cambiamenti dell’età pensionabile, gli scenari sociali in evoluzione e i tassi d’interesse variabili non consento mai un calcolo preciso.
In rete esistono diversi simulatori di pensioni, come quello dell’Inps chiamato “La mia pensione futura”, che effettua le stime basandosi sulla effettiva storia lavorativa di ogni contribuente. Ma i risultati che dà sono attendibili solo se la simulazione è fatta a ridosso dell’età pensionabile.
Pensione futura, risultati diversi per i giovani
Pertanto più si tenta di simulare una pensione lontana nel tempo e più i risultati saranno discordanti.
Uno strumento abbastanza preciso, ma solo per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, è il nuovo simulatore PensAMi dell’Inps. Esso permette, senza accedere al sito internet con Spid, di ottenere informazioni di massima su quando andremo in pensione.
Sapere però quanto prenderemo esattamente di rendita è impossibile poiché ciò dipende da diversi fattori legati essenzialmente ai contributi versati e all’età di pensionamento. E’ bene quindi tenere presente alcuni fattori.
Come calcolare l’importo della rendita
La prima regola da sapere è che più si tarda l’uscita dal lavoro, maggiore sarà la pensione. Questo dipende dal fatto che lo Stato, tenendo conto delle aspettative di vita, riconosce meno soldi se si campa più a lungo.
Per questo si fa riferimento al coefficiente di trasformazione applicato al montante contributivo al momento della liquidazione della rendita. Tale coefficiente aumenta con l’età e determina l’importo della rendita.
Ma la rendita dipende anche da quanti contributi sono stati versati nella cassa pensionistica di appartenenza durante la carriera lavorativa. Maggiore è il montante contributivo e più alto sarà l’assegno.
Altro fattore che determina l’importo dell’assegno è il sistema di calcolo.