In applicazione del meccanismo di perequazione delle pensioni, le pensioni di marzo subiranno un lieve aumento.
L’aumento che tiene conto dell’inflazione è proporzionale al rapporto tra l’assegno pensionistico ricevuto e l’importo dell’assegno minimo.
Gli aumenti di marzo non sono quelli definitivi. Nel senso che i conguagli finali si avranno solo a gennaio 2023. Come da incremento dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat (Comunicato ufficiale dell’ISTAT del 17 gennaio 2022).
Il meccanismo di perequazione delle pensioni
Come spiegato sul portale Inps, la perequazione delle pensioni è la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita.
Si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Si applica alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
Detto cio, i trattamenti pensionistici non sono aumentati tutti allo stesso modo. La rivalutazione dipende dalle fasce di reddito (Fonte Inps):
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- 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
Il trattamento minimo di riferimento in pagamento dal primo gennaio 2022 è pari a 523,83 euro.
Individuato il meccanismo di perequazione delle pensioni, vediamo per chi ci saranno aumenti già nelle pensioni di marzo.
Aumenti da marzo, conguagli definitivi a gennaio 2023
Il decreto ministeriale del 17 novembre 2021, ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è pari a 1,7% dal 1° gennaio 2022. Rispetto a quella dell.
Nello specifico, come da Infografica Inps,
Nella G.U. n. GU n.282 del 26 novembre 20212 del 24 novembre 2020 è stato pubblicato il decreto 176 novembre 20210, emanato dal Ministro dell’Economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, recante “perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2022, nonché’ valore della percentuale di variazione – anno 2021 e valore definitivo della percentuale di variazione – anno 2020.
Come detto sopra, il decreto in parola ha previsto, all’art. 2, che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è determinata in misura pari a +1,7 dal 1° gennaio 2022, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.
Per le pensioni di gennaio e febbraio, l’Inps ha utilizzato l’indice di perequazione disponibile al 15 ottobre 2021, come elaborato dal competente Coordinamento generale statistico attuariale, pari all’1,6%. Da qui, sulle pensioni di marzo verrano effettuate le differenze di perequazione laddove spettanti, considerato l’adeguamento provvisorio all’1,7%.
Invece, l’adeguamento definitivo da 1,7% a 1,9%, come da incremento dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat (Comunicato ufficiale dell’ISTAT del 17 gennaio 2022), avrà effetto sui conguagli da gennaio 2023.
Applicando all’adeguamento in parola, le percentuali individuate nel precedente paragrafo. per capire passo per passo quali pensioni aumentano da marzo.