Il prezzo dell’energia è alle stelle e le bollette di famiglie e imprese continuano a impennare. La situazione è drammatica e l’Europa starebbe pensando all’emissione di speciali Eurobond per finanziare guerra ed energia. L’indiscrezione è stata pubblicata dall’agenzia di stampa Bloomberg e a quanto pare il progetto potrebbe già essere presentato dopo il summit del 10-11 marzo a Parigi che vede coinvolti i capi di Stato europei. L’obiettivo sarebbe quello di raccogliere liquidità per finanziare operazioni di guerra e di contenimento dei prezzi dell’energia mediante l’emissione di obbligazioni – vale a dire prestiti – ai quali potrebbero scegliere di accedere i differenti paesi dell’Unione europea.
Di cosa si tratta più nello specifico? Quali sono gli scenari?
Alcune smentite e alcune aperture sull’Eurobond per il caro bollette
L’annuncio dell’emissioni di Eurobond contro il caro bollette è stato smentito dal vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans. L’Europa non starebbe pensando a emettere obbligazioni per l’energia e la difesa, ma gli aiuti potrebbero arrivare soltanto per gli Stati che sono davvero in difficoltà. Paolo Gentiloni, invece, nel ruolo di Commissario europeo per gli Affari Economici, ha parlato della necessità di una politica di crescita in un tempo di guerra. Ha sottolineato poi che soltanto con l’unità è possibile affrontare questa crisi.
Importante è capire che si tratterebbe di debito e che questo debito si aggiungerebbe a quelli già maturati per la pandemia. il rischio resta sempre lo stesso: le future generazioni si troveranno a pagare per le nostre spese.
Eurobond per il caro bollette – gli scenari per l’Italia
L’Italia è uno dei paesi più esposti, dal punto di vista economico, al rialzo dei prezzi dell’energia. Il caro bollette sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Dal punto di vista della produzione industriale, si stanno fermando già le acciaierie e ben presto potrebbe toccare alla filiera della carta, della ceramica.
L’emissione di Eurobond potrebbe facilitare il sostegno a famiglie e imprese, ma ancora una volta l’Europa pensa non ad “aiuti”, ma a prestiti. E i prestiti vanno ripagati. La mancanza di una voce comune e di una reale solidarietà interna all’Europa rischiano di indebolire i paesi più fragili. E l’Italia è uno di questi.
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