Il caro carburante è diventato un incubo per gli automobilisti in questi primi mesi del 2022. Il prezzo della benzina è salito sopra 2 euro al litro questa settimana, risentendo del boom delle quotazioni del petrolio a 130 dollari al barile, accompagnato dall’indebolimento del cambio euro-dollaro. Una stangata che si sta ripercuotendo sulle tasche delle famiglie, anzi della generalità dei consumatori, visto che gli aumenti di luce, gas e carburante incidono sui costi di produzione e trasporto.
Vediamo quale sarà l’impatto sugli automobilisti della benzina a 2 euro.
Considerando che gli automobilisti in Italia sono poco più di 39 milioni, il costo medio per ciascuno ammonterebbe a 1.900 euro, quasi 160 euro al mese. In realtà, le patenti attive sono una cosa, coloro che effettivamente posseggono un mezzo e lo usano abitualmente un’altra. Verosimile che il numero degli automobilisti effettivi sia inferiore di svariati milioni. Basti pensare a quanti anziani, pur formalmente ancora in possesso della patente, non guidino più. O a quanti giovanissimi neopatentati non dispongano ancora di un’auto, magari perché sono ancora a scuola e all’università e non hanno un reddito proprio con cui mantenersi. Dunque, il costo medio risulterebbe ben maggiore.
Benzina a 2 euro, il peso di accise e IVA
Come sappiamo, poi, per lo stato il carburante è una miniera d’oro. Le accise soltanto ai prezzi attuali gli frutterebbero 7,6 miliardi di euro in un anno per la sola benzina, 16,7 miliardi per il diesel e 0,25 miliardi per il GPL.
Tirando le somme, lo stato incasserebbe 38 miliardi tra accise e IVA, pari a più di 970 euro per ciascun automobilista o più di 80 euro a testa al mese. In altre parole più della metà dell’esborso avverrà per le imposte. Peraltro, le accise sono fisse e tendono ad incidere in misura maggiore quando i prezzi dei carburante sono più bassi. Ad ogni modo, il costo della materia prima pesa per poco più di un terzo del totale. A 130 dollari al barile e al cambio euro-dollaro sotto 1,10, farebbe meno di 75 centesimi al litro. A conti fatti, su un litro di benzina a poco più di 2 euro, tra costi aziendali, di trasporto, profitti della compagnia e compenso riconosciuto alla distribuzione vanno appena 18 centesimi, il 9% del totale. L’azionista di maggioranza è senz’altro lo stato.