Il vizio del gioco può far perdere il reddito di cittadinanza?

L’utilizzo improprio del reddito di cittadinanza o il non diritto a goderne è punibile con la revoca del sussidio stesso
3 anni fa
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Il vizio del gioco può far perdere il reddito di cittadinanza?

Il percettore del reddito di cittadinanza giocatore d’azzardo rischia di perdere il sussidio. Tra le cosa che non sono ammesse fare con il beneficio, infatti, rientra proprio il gioco. In premessa, ricordiamo che con la carta reddito di cittadinanza può essere utilizzata per acquistare beni e servizi specificamente individuati dal legislatore (beni di prima necessità, pagamento utenze, pagamento mutuo e affitto, ecc.).

Il beneficio, invece, non può usarsi per l’acquisto di beni e servizi di seguito indicati:

  • giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità
  • acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, nonché servizi portuali
  • armi
  • materiale pornografico e beni e servizi per adulti
  • servizi finanziari e creditizi
  • servizi di trasferimento di denaro
  • servizi assicurativi
  • articoli di gioielleria
  • articoli di pellicceria
  • acquisti presso gallerie d’arte e affini
  • acquisti in club privati.

Le vincite al gioco non dichiarate e le conseguenze sul reddito di cittadinanza

L’utilizzo improprio del reddito di cittadinanza o il non diritto a goderne è punibile fino a revoca del sussidio stesso.

E’ successo ad un percettore che vive ad Asti per il quale, dietro un indagine condotta dall’Agenzia delle Entrate, sarebbe emerso di aver vinto circa 100.000 euro giocando in un casinò e di non averli dichiarati nell’ISEE.

A seguito di ciò gli è stato revocato il reddito di cittadinanza. L’indagato, tuttavia, per suo conto si difende ammettendo di aver giocato ma di non aver intascato mai un euro delle vincite in quanto ogni volta reinvestite in nuove giocate. Anzi, è sua intenzione dimostrare di essere addirittura andato in perdita.

La linea difensiva mira a dimostrare che la cifra contestata dall’Agenzia delle Entrate non è mai entrata nel patrimonio del cliente e che, quindi, era giusto non averla riportata nella DSU (dichiarazione sostitutiva unica) necessaria per determinare il valore ISEE (da cui dipende, appunto, il reddito di cittadinanza).

Il dibattimento è solo all’inizio. Vedremo come finirà.

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Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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