Crisi occupazionale e del sistema welfare: a che età iniziare a pensare alla pensione? I cambiamenti demografici e sociali sono noti da tempo e sono in corso da vari decenni: si fanno sempre meno bambini, si entra più tardi in un mercato del lavoro sempre più precario e si vive più a lungo. Sono fattori che sommati insieme hanno effetti di non poco conto sul sistema di welfare, che era adatto quando c’erano molti più lavoratori che pensionati e il mondo del lavoro era ricco di stabili opportunità.
Pensione: a che età iniziare a pensare all’assegno previdenziale?
Non c’è una risposta univoca e non è mai troppo presto visto che viviamo più a lungo. Essendosi indebolito il primo pilastro (previdenza pubblica obbligatoria) è urgente integrarlo attraverso il secondo e il terzo. E prima lo si fa, meglio è! Il mondo della previdenza integrativa o complementare offre molte agevolazioni, alcune delle quali legate al tempo di permanenza nei fondi pensione.
Un genitore potrebbe pensare al futuro del proprio bambino aprendo un fondo pensione ai propri figli entro i primi 12 mesi di vita.
Fare un fondo pensione ai neonati consente di sfruttare al meglio il rendimento dei mercati: anche piccoli versamenti, dopo un accumulo di tot anni, possono aiutare ad ottenere una pensione integrativa.
Ad esempio, i lavoratori dipendenti possono girare sul fondo il proprio TFR, mentre i lavoratori autonomi, titolari di Partita IVA, possono provvedere con versamenti mensili o annuali, che possono essere temporaneamente sospesi.
Andare in pensione: che aspettative di reddito si hanno se vado in pensione nel 2040-2050?
Il tutto dipende dal tipo di contratto e dal numero di anni lavorati: un lavoratore autonomo titolare di Partita IVA avrà un assegno previdenziale di importo più basso rispetto ad un lavoratore dipendente.
Per l’anno 2040 un lavoratore dipendente potrà attendersi tra il 50% ed il 60% della propria retribuzione. Un autonomo tra il 35% ed il 45%.
E, allora, qual è l’età giusta per andare in pensione?
A rispondere a questo quesito sono i francesi: dall’ esito di un sondaggio commissionato da Aviva France alla società di ricerca indipendente Happydemics, solo 1 francese su 10 ritiene che la futura riforma previdenziale andrà a migliorare il livello della pensione.
La platea di lavoratori di fascia d’età compresa tra i 25 ed i 35 anni spera di poter andare in pensione a partire dai 56 anni, mentre la fascia d’età compresa tra 55 e 64 anni auspica di poter uscire dal mercato occupazionale al compimento dei 60 anni.
I francesi ritengono che sia di 58 anni l’età giusta per andare in pensione e si dovrebbe iniziare a pensare alla pensione a partire dai 39 anni.