A che età si andrà in pensione nel 2022? E’ questa la domanda che si stanno ponendo migliaia di lavoratori alla vigilia della riforma del sistema pensionistico italiano.
La fine di quota 100 col 31 dicembre 2021 rischia di generare uno scalone di cinque anni con le regole Fornero (in pensione a 67 anni). Partiti e sindacati, però, sono alacremente al lavoro per evitare che ciò accada.
Pensione nel 2022, uscita a 64 anni e poi 66
Fra le varie ipotesi di riforma delle pensioni che stanno circolando in questi giorni, l’ultima riguarda quota 102.
Ma come funzionerebbe quota 102? Il meccanismo che dovrebbe subentrare al posto di quota 100 prevede la pensione nel 2022 a 64 anni di età, fermo restando il requisito anagrafico di 38 anni di contributi versati.
Quindi due anni in più rispetto a quota 100 che consente fino al 31 dicembre di uscire dal lavoro a 62 anni, sempre con 38 di contributi versati. In pratica si alza l’asticella anagrafica di un paio di anni determinando uno scalino che non piace alla Lega.
Il leader del Carroccio Matteo Salvini chiede infatti che sia prorogata quota 100 o, al massimo, sia introdotta maggiore flessibilità in uscita. Non tutti i lavoratori, infatti, per i mestieri che svolgono, meritano di attendere due anni in più rispetto ai 62 previsti da quota 100.
Da quota 102 a quota 104
Il progetto di riforma pensione 2022 proposto dal governo Draghi prevede poi che dal 2024 l’età anagrafica si alzi di ulteriori due anni. Passando così da quota 102 a quota 104, il che prevede il pensionamento anticipato a 66 anni rispetto ai 67 della Fornero. L’anzianità contributiva richiesta resterebbe ferma a 38 anni.
La proposta non ha certo entusiasmato le forze politiche che sostengono l’esecutivo e probabilmente in Parlamento si accenderà un aspro dibattito sulla questione.
Fra le altre ipotesi di riforma pensioni, c’è anche quella presentata alla Camera da Fratelli d’Italia (in pensione a 62 anni con penalizzazione) e quella del Inps che prevede l’uscita a 63 anni con Ape contributiva.