A che prezzo vendere la propria casa? Un bel dilemma in un mercato immobiliare dalle logiche un po’ folli, in cui può servire una guida per orientarsi al meglio. L’acquisto di un immobile è considerato un passo fondamentale per la creazione del proprio nucleo familiare. La casa, d’altronde, è un importante punto di riferimento per ognuno di noi, dove possiamo essere sempre noi stessi, in compagnia delle persone a noi più care. Oltre all’aspetto affettivo, però, bisogna considerare anche quello pratico.
Con l’avanzare degli anni, infatti, le necessità di una famiglia cambiano e per questo può rivelarsi necessario comprare una nuova casa. Un passo importante, soprattutto considerando i costi che l’acquisto di un immobile porta con sé. Prima di comprare, però, in molti si ritrovano nella situazione di doversi liberare di un immobile di loro proprietà.
Un aspetto, quest’ultimo, che non può essere sottovalutato. Anzi, onde evitare di svendere il proprio immobile, è necessario valutare attentamente il prezzo a cui metterlo sul mercato. In tale ambito giunge in nostro aiuto l’Agenzia delle Entrate che, attraverso l’Osservatorio del mercato immobiliare, fornisce alcuni parametri. Ecco di quali si tratta.
A che prezzo vendere casa: i parametri dell’Agenzia delle Entrate
L’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, cosiddetto “Omi”, è una banca dati che fornisce per ogni zona territoriale una valutazione minima e massima degli immobili, prendendo in considerazioni vari fattori. Tra questi si annoverano la metratura, la tipologia e lo stato di conservazione dell’immobile oggetto di valutazione.
Entrando nei dettagli, uno dei parametri presi in considerazione dall’Agenzia delle Entrate per stabilire il valore di mercato di un immobile è l’area in cui quest’ultimo è collocato all’interno del Comune fra zona centrale, semi centrale, periferica, suburbana o extraurbana. Partendo dalla zona di riferimento, l’Osservatorio effettua un’analisi più approfondita, considerando altri elementi come la presenza di servizi pubblici e privati.
Una casa che si trova vicino a una scuola o a un supermercato, ad esempio, ha un valore più alto rispetto a un immobile che si trova in una zona isolata del paese. Stesso discorso vale anche per la presenza o meno dei mezzi di trasporto.
Un altro aspetto oggetto di valutazione è la destinazione d’uso, ovvero se si tratta di un immobile residenziale con destinazione abitativa, commerciale o terziario con destinazione d’uso direzionale oppure produttiva.
Per finire, per stabilire a che prezzo vendere un immobile si deve considerare lo stato di conservazione dello stesso. A seconda delle finiture interne e della classe energetica, infatti, un immobile può essere definito ottimo, normale oppure scadente. A che prezzo vendere la propria casa, quindi?
Il valore degli immobili e i controlli tra valore e rogito
Una volta presi in considerazioni tutti i parametri citati nel paragrafo precedente, l’Osservatorio definisce il valore minimo e quello massimo di mercato di un immobile. A tal proposito è bene sottolineare che tali valori non tengono conto delle caratteristiche del singolo immobile.
Questo vuol dire che in una determinata zona possono essere presenti immobili con un valore di mercato più alto o più basso rispetto a quelli indicati dall’Osservatorio, a seconda che presentino elementi di pregio o di degrado. Per questo motivo, prima di definire il prezzo per vendere una casa è bene considerare ogni immobile come unità a se stante.
Lo scopo dell’Omi, infatti, è quello di fornire un valore indicativo degli immobili presenti in una determinata zona. Sarà poi compito dei vari addetti ai lavori, come, ad esempio, i periti delle banche, stabilire il valore puntuale di un immobile prima di andare a rogito.
Se volete acquistare o vendere casa, comunque, l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate si rivela essere senz’ombra di dubbio un valido aiuto.