La parola “pensione” evoca generalmente immagini di tranquillità e stabilità economica durante l’età della vecchiaia. Tuttavia, il contesto lavorativo e previdenziale odierno è in continua evoluzione e, con esso, anche la percezione del futuro pensionistico. Una domanda che sempre più lavoratori si pongono è: a cosa servono i contributi pensione se non vedrò mai la pensione?
Questo quesito nasce da un senso di incertezza e scetticismo nei confronti del sistema previdenziale. Le riforme pensionistiche, l’allungamento dell’età pensionabile e l’instabilità economica possono far sembrare la pensione un traguardo irraggiungibile.
Cosa sono i contributi pensione: i tre tipi
I contributi pensionistici sono importi versati regolarmente all’ente previdenziale di riferimento (come l’INPS in Italia) durante la vita lavorativa di una persona. Possono essere suddivisi in contributi obbligatori, figurativi e volontari:
- Contributi obbligatori: versati dal lavoratore e dal datore di lavoro, in percentuale diversa, in base alla retribuzione.
- Contributi figurativi: riconosciuti in caso di periodi di inattività lavorativa per maternità, malattia, cassa integrazione, ecc.
- Contributi pensione volontari: versati direttamente dal lavoratore per coprire buchi contributivi e aumentare l’importo pensionistico.
Questi contributi, accantonati durante l’intera carriera, rappresentano la base per il calcolo della pensione futura. Ma anche se la pensione sembra lontana, è importante non sottovalutare il loro ruolo.
Perché sono fondamentali?
Indipendentemente dal fatto che si riesca o meno a raggiungere la pensione, i contributi offrono una serie di tutele importanti. Tra queste tutele, le principali sono:
- invalidità e inabilità: se il lavoratore si trova in condizioni di salute che ne impediscono la continuazione del lavoro, i contributi versati possono dar luogo a prestazioni economiche come la pensione di invalidità;
- superstiti: in caso di decesso del lavoratore, i familiari superstiti (come coniuge e figli) possono beneficiare di una pensione di reversibilità;
- assistenza sanitaria: in molti paesi, compresa l’Italia, l’accesso a determinate cure mediche e assistenze sanitarie è vincolato al versamento dei contributi.
Anche se può sembrare controintuitivo, dunque, i contributi pensionistici rappresentano un vero e proprio “patrimonio personale”.
Contributi pensione e e politiche di previdenza sociale
Molti lavoratori giovani o precari tendono a sottovalutare l’importanza dei contributi pensionistici, poiché vedono la pensione come un traguardo troppo distante o incerto. Tuttavia, le politiche di previdenza sociale attuali si basano su un principio di solidarietà intergenerazionale. Questo significa che i contributi dei lavoratori attivi vengono utilizzati per pagare le pensioni degli anziani di oggi. Questo sistema può sembrare iniquo per chi teme di non beneficiare mai dei contributi versati, ma è essenziale per il funzionamento dell’intero meccanismo pensionistico.
Un altro aspetto importante è l’opportunità di riscattare i periodi di studio universitario o integrare i contributi con quelli versati all’estero. Queste opzioni, sebbene richiedano una spesa aggiuntiva, possono influire positivamente sull’importo della pensione futura.
Riassumendo…
- I contributi pensionistici garantiscono tutele previdenziali come invalidità e pensione di reversibilità per i superstiti.
- Ogni contributo rappresenta un patrimonio personale che offre diritti previdenziali e assistenza sanitaria
- I contributi versati aumentano l’importo della pensione e possono anticiparne l’età
- La previdenza sociale è basata su contributi attuali per finanziare le pensioni odierne.
- Monitorare la posizione previdenziale e considerare il contributo volontario aiuta a ottimizzare i benefici futuri.