Saranno tre i titoli di stato in asta nella mattinata di oggi, tra cui la terza tranche del BTp a 3 anni. Il bond scade in data 15 gennaio 2026 e offre una cedola fissa del 3,50% su base annua (ISIN: IT0005514473). Poiché la data di regolamento è stata fissata per il prossimo 15 novembre e, invece, gli interessi decorrono a partire dal 17 ottobre scorso, l’obbligazionista avrà diritto a percepire a metà gennaio una cedola corta relativa a 90 giorni di possesso teorico e pari allo 0,855978%.
A quale prezzo sarà emesso verosimilmente oggi il BTp a 3 anni? Sul mercato oscilla in queste ultime sedute attorno alla pari. Pertanto, il rendimento alla scadenza tende a coincidere quasi perfettamente con la cedola. In genere, alle aste le nuove tranche dei titoli già in circolazione tendono ad essere collocate a un prezzo un po’ più basso per attirare ordini. E questo significa che il rendimento esitato risulta leggermente a premio rispetto al suo livello vigente sul mercato.
BTp a 3 anni come alternativa al cash
In ogni caso, il BTp a 3 anni non dovrebbe allontanarsi granché dalla pari, cioè da un prezzo di 100. L’investimento risulta appetibile. Il rendimento netto dovrebbe collocarsi tra il 3,05% e il 3,10%. Certo, a questi livelli c’è da sperare che l’inflazione italiana scenda più velocemente possibile nel medio termine. Per il 2023 il governo ha stimato un 4,3%. Se sostasse a livelli così alti anche successivamente, l’obbligazionista non farebbe in tempo a recuperare il potere di acquisto perduto. Il rendimento si rivelerebbe insufficiente.
Non è un caso che allo stato attuale per le scadenze così brevi convenga puntare sui bond indicizzati. E certamente il pensiero non può che correre al BTp Italia 2028, in collocamento da lunedì prossimo e di cui oggi conosceremo la cedola reale fissata dal Tesoro.