Le banche centrali di USA, Europa e Giappone si trovano in un “cul de sac”. Dopo avere azionato per anni le rispettive stamperie, esitando stimoli monetari senza precedenti, non solo non hanno centrato gli obiettivi che si erano prefissi (discorso parzialmente diverso per la Federal Reserve), ma si trovano ancora oggi a lottare contro la minaccia della deflazione da un lato e della stagnazione dall’altro.
La Bank of Japan ha escluso nei giorni scorsi di volersi imbattere in un helicopter money, ma è chiaro che qualcosa dovrà inventarsi per portare fuori l’economia giapponese dalle secche di una stag-deflazione ventennale.
Rendimenti bond sono ai minimi storici
Contro le conseguenze negative della Brexit, la Bank of England taglierà ancora i tassi questo mese, mentre Riksbank, SNB e la banca centrale danese sono tutte costrette a tenersi molto accomodanti o, addirittura, ad aumentare i loro stimoli, al fine di preservare la stabilità dei rispettivi prezzi interni.
Stando così le cose, i rischi per le economie sviluppate del pianeta non potranno che aumentare, essendo già alti. Un terzo del debito sovrano negoziato sui mercati rende meno di zero, mentre gli stessi rendimenti delle obbligazioni private sono ai minimi di sempre per effetto proprio delle manovre ultra-espansive.