Alfano agisce per conto di Renzi
Davvero i centristi alfaniani, che segnalano da sempre di tenere molto alle cariche ricoperte, farebbero saltare il governo in cui stanno, consapevoli che non potrebbero più fare ritorno nel centro-destra e che rischiano, quindi, di essere spazzati via dal voto popolare?
Quella in corso sarebbe una pantomima. Alfano è considerabile a tutti gli effetti l’agente di Renzi nel governo. La sua stessa celebrazione della fine di NCD e la nascita di questa fantomatica “Alternativa Popolare” non sarebbero altro che il tentativo del ministro degli Esteri di eliminare qualsiasi riferimento al centro-destra, in modo da presentarsi alle prossime elezioni con il PD, ma non come alleati, bensì come probabili candidati “indipendenti” all’interno del partito renziano, potendo sostenere pubblicamente che ve ne sarebbero tutte le condizioni ormai, essendo stato il PD depurato dalla componente più di sinistra.
Crisi politica sui voucher sarebbe una farsa
Ma Alfano non entrerebbe nel PD gratis, bensì portando a Renzi la testa di Paolo Gentiloni, simulando una crisi politica su una battaglia cara all’elettorato moderato. Insomma, Renzi sarebbe il mandante di un “assassinio” politico del governo, spingendo i centristi a staccargli la spina, ricompensandoli successivamente con seggi bloccati e sicuri nelle sue liste alle politiche prossime.
Vedrete tanto agitarsi tra i centristi, gli stessi che un anno fa non batterono ciglio contro l’approvazione delle unioni civili. Difficilissimo credere che i voucher ad Alfano stiano più a cuore della famiglia tradizionale, così tanto sbandierata dal suo gruppetto di parlamentari come ossatura centrale della propria identità. Renzi punta a nuove elezioni subito, forse nemmeno credendo più di vincere, ma almeno potendosi sbarazzare dei suoi oppositori interni e giocandosi la carta delle larghe intese con Forza Italia per sperare di tornare a Palazzo Chigi quanto prima.