C. L.
Tramite un emendamento alla manovra finanziaria per il prossimo anno presentato in commissione Bilancio a Palazzo Madama, il Governo ha aumentato le clausole di salvaguardia relative alle accise su benzina e gasolio. Ciò significa che se alla fine del 2020, in occasione della nuova Legge di Bilancio, l’esecutivo non troverà i soldi per disinnescare le ormai note clausole di salvaguardia, a partire dal 2021 i prezzi di benzina e diesel in Italia sono destinati a subire dei maxi rincari. Gli avversari politici di Pd e Movimento 5 Stelle (su tutti la Lega) hanno preso la palla al balzo per criticare pesantemente l’ultimo emendamento presentato dall’esecutivo giallorosso.
Il valore dell’incremento potenziale delle accise
L’eventuale aumento delle accise avrà effetti per oltre 300 milioni di euro nel primo anno (2021), più di 650 milioni nel secondo (2022) e circa 130 milioni nel terzo (2023). Se le clausole di salvaguardia non saranno disinnescate, le accise saliranno dunque nel 2021 a 1.221 miliardi, 1.683 miliardi nel 2022 e 1.954 miliardi di euro nel 2023. Fino ad oggi, le cosiddette clausole di salvaguardia erano conosciute soprattutto in relazione al possibile aumento dell’IVA. Negli ultimi anni, tutti i vari governi che si sono succeduti alla guida del Paese sono riusciti a disinnescarle, scongiurando dunque l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto.
Prezzi benzina e gasolio: l’ultimo bollettino
Quotidiano Energia ha pubblicato nella mattinata di ieri l’ultimo bollettino aggiornato dei prezzi su benzina e gasolio. Per quanto riguarda la benzina, il prezzo medio praticato nelle stazioni self service è di 1,584 euro al litro, mentre al servito il costo sale a 1,722 euro. Prezzi più bassi di circa dieci centesimi ogni litro per il diesel: al self service il costo medio è pari a 1,474 euro, mentre quello al servito è di 1,615 euro.
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