Una novità importante per i contribuenti italiani dal punto di vista fiscale è senza dubbio quella relativa allo sgravio della rata di acconto IRPEF da pagare come prassi entro il 30 novembre. La rata slitta all’anno nuovo e può essere anche dilazionata. Ovvero diventerebbe mensile. Un favore ai contribuenti che da tempo si trovano a pagare tasse in anticipo come acconto per redditi dell’anno successivo che spesso non si sa se saranno effettivamente prodotti.
Nel decreto Fiscale ecco la novità che evita ai contribuenti di pagare l’acconto.
“Salve, sono un titolare di partita Iva che il 31 ottobre ha pagato l’ultima rata IRPEF con F24 come uscita fuori dal mio modello 730. Adesso dovrei iniziare a pensare alla rata di acconto di novembre. Infatti dovrei pagare circa il doppio della rata di ottobre, entro il 30 novembre prossimo. Ma pare che il governo abbia posticipato la scadenza. Posso considerare quel modello F24 come da non pagare, giusto?”
Acconto 730 di novembre, attenzione che non tutto slitta al 16 gennaio
Sul posticipo della rata di acconto IRPEF di novembre è stata generata molta confusione come la notizia è trapelata. Effettivamente il governo ha posticipato la scadenza dell’acconto al 16 gennaio prossimo. Ma questa novità non riguarda la generalità dei contribuenti ma solo le Partite Iva. E non riguarda tutte le Partite Iva ma solo quelle che rientrano nei prescritti limiti di reddito. Inoltre, ciò che esce fuori dal modello 730 come rata di acconto IRPEF non slitta tutto.
Infatti spesso i lavoratori autonomi con l’acconto pagano anche una parte di contribuzione previdenziale e assicurativa. Questa non slitta perché il posticipo dell’acconto riguarda solo l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche.
Contributi INPS e INAIL, niente posticipo dell’acconto, si paga normalmente entro il 30 novembre
Il posticipo interessa le Partite Iva che nel 2022 hanno fatturato, compensi o ricavi non superiori a 170.000 euro. In pratica, per tutti gli altri la rata di acconto dell’anno 2024 va versata come consuetudine entro il 30 novembre prossimo. Il differimento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi 2023 quindi riguarda solo una parte di contribuenti. A dire il vero nel computo dell’acconto differito rientrano anche l’IRES e l’IRAP, ma come detto nulla è cambiato per i pagamenti che riguardano i contributi INPS ed INAIL.
Il nostro lettore quindi farebbe bene a verificare cosa è riportato nel modello F24. Infatti bisogna controllare il modello F24 che è in suo possesso. Se è compilata la sezione INPS, significa che una parte di quel modello F24 e dei soldi da pagare è relativo ai contributi INPS. E questi vanno pagati entro il 30 novembre. Solo le cifre riportate nella sezione erario sono posticipate come spiegato prima.
Dipendenti e società, niente posticipo della scadenza IRPEF di novembre
Ricapitolando, potranno godere dell’agevolazione i lavoratori autonomi, le Partite Iva in genere, i professionisti e anche chi rientra nel regime forfettario. Nulla da fare per i lavoratori dipendenti per cui tutto resta com’era, compresa la scadenza dell’acconto. E niente anche per le Partite Iva che superano i 170.000 euro di ricavi e utili, o per le Partite Iva relative a società e soggetti diversi dalle persone fisiche.