Accordo Italia-Albania: pensioni esportabili e contributi cumulabili, cosa sapere

Con l’accordo tra Italia e Albania, cambiano le regole per pensioni e tutele dei lavoratori nei due Paesi. Ecco i dettagli.
1 giorno fa
3 minuti di lettura
pensioni Italia
Foto © Licenza Creative Commons

Il 22 marzo 2025 ha segnato una svolta significativa nel panorama previdenziale tra Italia e Albania. Con l’entrata in vigore della legge n. 29/2025, è stato ratificato e reso esecutivo l’accordo bilaterale sulla sicurezza sociale firmato il 6 febbraio 2024 tra i due Paesi. Si tratta di un passo storico che coinvolge migliaia di lavoratori e pensionati, con ricadute dirette sul loro futuro previdenziale.

L’intesa mira a coordinare i sistemi di sicurezza sociale di Italia e Albania, offrendo garanzie concrete a chi ha lavorato in entrambi i territori. Grazie a questa collaborazione internazionale, i contributi versati in ciascun Paese potranno essere sommati ai fini del diritto alla pensione, con la possibilità di godere delle prestazioni anche se il beneficiario risiede fuori dal Paese in cui ha maturato i contributi.

Cumulo dei contributi tra Italia e Albania

Uno degli elementi cardine dell’accordo è la totalizzazione dei periodi assicurativi. I contributi previdenziali maturati in Italia e quelli versati in Albania verranno riconosciuti congiuntamente. Ciò consentirà a numerosi lavoratori che hanno svolto la propria attività in entrambi gli Stati di raggiungere i requisiti richiesti per il pensionamento.

Questa armonizzazione consente di evitare la perdita di anni contributivi che, altrimenti, non avrebbero avuto valore se considerati separatamente nei due ordinamenti. La misura rappresenta una garanzia essenziale per molti lavoratori migranti e transfrontalieri che, in assenza di questo meccanismo, si sarebbero visti esclusi dal diritto a una pensione piena.

Diritti e doveri equi per tutti

Un altro pilastro dell’intesa è la parità di trattamento tra i cittadini italiani e quelli albanesi. L’accordo prevede che i lavoratori dei due Paesi godano degli stessi diritti e siano soggetti agli stessi obblighi previdenziali, indipendentemente dalla loro nazionalità o dal luogo in cui prestano la propria attività.

Questo principio elimina disparità e discriminazioni, garantendo una tutela uniforme e inclusiva a tutti i soggetti coinvolti. La normativa coinvolge sia i lavoratori dipendenti sia quelli autonomi, con particolare attenzione anche alla gestione separata, spesso applicata a professionisti e collaboratori.

Pensioni esportabili: flessibilità e inclusione

L’accordo Italia-Albania introduce anche un’importante novità in tema di esportabilità delle prestazioni previdenziali. Le pensioni e altri benefici legati alla sicurezza sociale potranno essere percepiti anche se il titolare risiede stabilmente in uno dei due Paesi, diverso da quello in cui ha maturato i diritti.

Questa disposizione è particolarmente rilevante per i numerosi cittadini albanesi che, dopo aver lavorato in Italia, decidono di fare ritorno nel proprio Paese d’origine. O viceversa. Il riconoscimento del diritto a percepire la pensione anche all’estero valorizza la libertà di scelta dei lavoratori, evitando che la mobilità internazionale penalizzi la loro sicurezza economica futura.

Copertura sociale oltre la pensione

L’intesa non si limita a regolare la pensione di vecchiaia. Estende infatti la propria efficacia ad altri ambiti fondamentali della sicurezza sociale: invalidità, maternità, malattia, disoccupazione e prestazioni per i superstiti.

Rientrano nel campo di applicazione dell’accordo:

  • l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità e la vecchiaia;
  • le gestioni dei lavoratori autonomi;
  • l’assicurazione contro la disoccupazione;
  • i regimi speciali destinati a categorie specifiche;
  • l’assistenza sanitaria per periodi di malattia o maternità.

Si tratta quindi di un sistema di tutela integrale, capace di garantire un sostegno concreto ai lavoratori e alle loro famiglie in ogni fase della vita lavorativa e successiva.

Un’intesa figlia della storia migratoria

L’accordo non nasce in un vuoto. Si inserisce in un contesto caratterizzato da forti legami tra Italia e Albania, consolidati nel tempo da intensi flussi migratori. L’Italia ospita attualmente una comunità albanese di circa 400.000 persone, mentre si stima che oltre 20.000 italiani risiedano stabilmente in Albania, nonostante gli iscritti all’AIRE risultino ufficialmente poco più di 2.200.

Questa presenza incrociata ha creato nel tempo un bacino significativo di lavoratori e pensionati che hanno attraversato i due territori nel corso della propria carriera. Il Parlamento italiano ha stimato in circa 200.000 unità il potenziale bacino di beneficiari delle prestazioni previdenziali derivanti da questo accordo.

Prossimi passi per le pensioni Italia – Albania

L’aspetto finanziario dell’intesa è regolato dall’articolo 3 della legge di ratifica. L’onere complessivo previsto per l’attuazione dell’accordo ammonta a 12 milioni di euro, distribuiti nel periodo 2025-2032. La copertura di tale spesa è stata già programmata annualmente, garantendo la sostenibilità dell’operazione nel medio termine.

Per rendere operativa l’intesa mancano ora solo le circolari attuative dell’INPS, attese a breve. Questi documenti forniranno le indicazioni tecniche necessarie per l’applicazione concreta delle disposizioni previste, chiarendo le modalità di richiesta, erogazione e calcolo delle prestazioni.

Un modello di cooperazione internazionale

L’accordo tra Italia e Albania si configura come un esempio virtuoso di cooperazione bilaterale in ambito previdenziale. Va nella direzione di una maggiore integrazione dei sistemi sociali, in linea con gli sviluppi del mercato del lavoro globale e con le esigenze di una società sempre più mobile.

Oltre a facilitare l’accesso alle pensioni, l’intesa promuove inclusione, parità e continuità dei diritti previdenziali tra due Paesi storicamente vicini. In questo senso, la chiave di lettura “pensioni accordo Italia e Albania” assume un significato ben più ampio: non solo come strumento di protezione sociale, ma anche come ponte tra popoli, economie e culture.

In un contesto di crescente mobilità internazionale, l’accordo rappresenta un passo concreto verso la costruzione di un sistema previdenziale più equo, efficiente e rispettoso della dignità dei lavoratori, ovunque si trovino.

Riassumendo

  • Accordo Italia-Albania permette il cumulo dei contributi previdenziali tra i due Paesi.
  • Garantita la parità di trattamento previdenziale per lavoratori italiani e albanesi.
  • Pensioni e benefici sono esportabili anche se si risiede all’estero.
  • L’intesa tutela anche invalidità, malattia, maternità e disoccupazione.
  • Coinvolti circa 200.000 lavoratori e pensionati tra Italia e Albania.
  • Previsti 12 milioni di euro di copertura fino al 2032.

 

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Investire contro la crisi conviene
Articolo precedente

Investire in tempi di crisi conviene, ecco l’esempio con la lira turca

Superbonus
Articolo seguente

Mancato aggiornamento rendita catastale dopo Superbonus: come rispondere alla lettera delle Entrate